
Il guidatore italo-marocchino di 39 anni che lo scorso 18 febbraio ha travolto e ucciso Laura Amato e Claudia Turconi al casello della Ghisolfa, sulla A4, non era in grado di intendere e di volere. Questo è quanto stabilito dalla perizia pschiatrica nei confronti dell’uomo che ad oggi è indagato per omicidio colposo plurimo. Dai media nazionali che stanno seguendo il caso, apprendiamo che l’uomo soffre di una psicosi paranoide con crisi “da fine del mondo”
Secondo la perizia psichiatrica, al momento dei fatti, l’uomo era totalmente incapace di intendere e di volere.. Nei mesi scorsi il giudice aveva applicato una misura di sicurezza per pericolosità sociale, con obbligo di ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Piacenza e libertà vigilata per un anno. È probabile che nelle prossime settimane sarà trasferito in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza o in una comunità protetta ad alta sicurezza.
Nella notte il cui il 39enne ha investito le due ragazze, è risultato positivo a cannabis e benzodiazepine ed era in cura da anni con una diagnosi di disturbi psicotici. Il 16 febbraio scorso è giunto all’ospedale di Piacenza a seguito di una crisi ma si è allontanato. Il 17 febbraio è ricomparso all’aeroporto di Malpensa dove , per via delle sue condizioni, è stato trasportato al presidio medico. ricevendo la somministrazione di benzodiazepine.

Portato successivamente all’ospedale Gallarate, se n’è andato, chiamando un cugino per poter riprendere la sua auto rimasta a Malpensa. Messosi in macchina, con patente valida nonostante i suoi disturbi, l’italo-marocchino, che quella notte viaggiava a quasi 150 chilometri orari, ha investito in pieno l’auto delle due donne.
I filmati di sorveglianza, registrati dalle telecamere della rete autostradale, sono la prova dell’assoluuta responsabilità al conducente della Lancia Musa. Un video davvero forte che si conclude con la Y , vettura su cui si trovavano Laura e Claudia , proiettata in avanti per diversi metri.