Torna l’incubo in Italia, scatta la zona rossa (2 / 2)

L’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah) ha lanciato un nuovo allarme. Un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità ha colpito una fattoria nella provincia di Padova, precisamente a Sant’Urbano, località Carmignano, dove sono stati registrati i primi decessi, con ben 10 volatili morti a causa del virus.

Un nuovo focolaio che rievoca quanto successo nell’autunno del 2021 in Veneto, quando a causa di un’epidemia furono abbattuti 14 milioni di capi. Un danno enorme per il settore, che subì perdite astronomiche, si stima per circa mezzo miliardo di euro.

Dopo aver appurato la presenza del focolaio presso l’allevamento di Sant’Urbano, le autorità sanitarie hanno attivato il rigido protocollo di prevenzione e sicurezza, imponendo un cordone sanitario di 10 chilometri attorno alla zona colpita, che prevede l’abbattimento degli animali non infetti nella fattoria. 

Ma non è tutto perchè l’Usl 6 Euganea ha disposto una zona rossa di 2 km e un’area di sicurezza che abbraccerà un perimetro di 10 km, andando ad intaccare inevitabilmente le imprese avicole nella zona, che subiranno delle inevitabili ripercussioni economiche.

Sebbene l’H5N1 sia un virus che colpisce soprattutto i volatili, è noto come la capacità di mutare rapidamente lo renda a rischio di compiere quel famoso salto di specie che potrebbe colpire anche gli esseri umani. Le probabilità che ciò accada rimangono per il momento decisamente remote, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non considera il rischio di una pandemia imminente. Tuttavia è disposta la massima sorveglianza negli allevamenti a rischio. Si attendono aggiornamenti nei prossimi giorni sul focolaio di Sant’Urbano.