
Come si sa in questi ultimi giorni la cittadina di Sant’Antimo, in provincia di Napoli, è stata al centro della cronaca per alcuni episodi che hanno fatto discutere l’Italia. Il primo caso, certamente quello più clamoroso ma non meno grave dell’altro, è quello che ha riguardato la giovane Gulia Tramontano, a cui il fidanzato Alessandro Impagnatiello ha tolto la vita a Senago (Milano). La ragazza era originaria di Sant’Antimo ed era incinta al settimo mese di gravidanza.
L’altro episodio su cui stanno indagando gli inquirenti in queste ore è quello dell’uomo che ha tolto la vita a genero e nuora. Da quanto si è appreso, l’uomo, un 44enne, ha giustiziato i due in quanto credeva che tra di loro ci fosse una storia. Ed è proprio il figlio del 44enne ad aver raccontato alcuni particolari alla stampa.
Interrogato dai carabinieri il figlio dell’uomo, visibilmente provato per quanto accaduto, ha raccontato che suo padre Raffaele Caiazzo si era invaghito, forse, di sua moglie da diverso tempo. Credeva per questo che con il genero ci fosse una storia. “Tutte fantasie che ci hanno rovinato la vita. Ma sospetto che mio padre si fosse invaghito di mia moglie” – queste le esatte parole del figlio Alfonso pronunciate davanti ai militari.

I figli di Caiazzo, sempre da quanto emerge dal racconto effettuato dal figlio di chi ha compiuto l’efferato gesto, pare avessero chiesto un incontro chiarificatore tra le parti, incontro che sarebbe avvenuto il 7 giugno scorso, il giorno precedente all’azione commessa dal 44enne.
Al momento Raffaele Caiazzo è stato fermato e portato nella casa circondariale di Poggio Imperiale. Alla storia nessuna delle due coppie avrebbe creduto: entrambe avevano deciso di non voler avere niente più a che fare con lui.
Nelle scorse ore il gip della Procura di Napoli ha tenuto l’udienza di convalida del fermo nei confronti di Caiazzo. Il Caiazzo inoltre ha riferito che ricorda soltanto di aver tolto la vita al genero, ma non alla nuora.