Gli indagati sono due minori, uno figlio di un noto avvocato l’altro invece figlio di un comandante dei Carabinieri in una stazione della provincia di Pescara. L’uomo ha deciso di rispondere alle domande dei giornalisti.
“Non solo non mi assolvo come padre, ma dico che qui nessun adulto può assolversi davvero. E dico che forse è peggio di come la state rappresentando voi”- così ha detto l’uomo parlando con la stampa nazionale. Il comandante non si da pace e adesso vuole che suo figlio cambi la sua vita.
I giornalisti hanno chiesto all’uomo se adesso prenderà provvedimenti con suo figlio. “Si, vorrei che mio figlio vivesse migliorando la sua vita da ora in avanti” – così ha detto il comandante con voce molto costernata e raggiunto dai colleghi del Corriere della Sera tra i mille impegni e in un periodo delicato.
I cronisti hanno chiesto all’uomo se controllasse che cosa facesse suo figlio e il militare ha spiegato che solitamente il figlio diceva con chi usciva ma sul cosa facesse dava sempre risposte molto vaghe.
“La risposta era rassicurante e per certi versi ingannevole. Mi diceva “esco con il mio amico, figlio di un avvocato” oppure “mi vedo con quell’altro, figlio di un tuo collega”. Avrei dovuto indagare più a fondo? Avrei dovuto non accontentarmi?” – così si chiede ancora il militare.
Poi alla fine il militare ha rilasciato anche alcune dichiarazioni per quanto riguarda il mondo dell’informazione e dei giornalisti. “A differenza di tanti apprezzo il ruolo dell’ informazione perché ne abbiamo tutti gran bisogno. Posso solo sperare che chi fa quel lavoro, chi informa, sappia trovare la delicatezza che occorre per testimoniare una storia tanto triste” – così ha concluso l’uomo.