Terribile tragedia, massacra e uccide la figlia di 2 anni della compagna (2 / 2)

La bimba che vedete in foto si chiamava Lola James , aveva appena 2 anni ed è stata massacrata dal patrigno, il 31enne Kyle Bevan, nella sua casa a Haverfordwest, nel Pembrokeshire. Come spesso avviene in questi casi, i carnefici improntano scuse, pur di non mostrare l’orrore che hanno commesso. Difatti, Kyle  ha dichiarato che Lola era stata spinta giù dalle scale dal cane di famiglia.

Sul corpicino della bimba sono state rinvenute 101 ferite e già questo ha insospettito gli inquirenti sin dal principio, intenzionati ad andare a fondo e far chiarezza su quell’incidente domestico che tale no era. La madre di Lola, la 30enne Sinead James, 30 anni ha dichiarato ai poliziotti che dormiva quando il dramma si sarebbe consumato, non ritenendo che il compagno potesse centrare qualcosa col decesso della figlia.

La corte, sentendo il parere dei medici che hanno effettuato l’ispezione cadaverica, appartenenti alla University Hospital of Wales di Cardiff , ha appreso che hanno riscontrato “101 lesioni” su Lola, tra cui “lividi su tutto il suo corpicino e graffi sulla pelle” causati da un “attacco frenetico ed estremamente violento”. La piccolina ha subito danni gravissimi alle retine, oltre ad una “catastrofica lesione cerebrale”, morendo 4 giorni dopo essere stata massacrata.

I fatti risalgono al 17 luglio 2020. Il mostro ha scattato foto al corpo di Lola, dando l’allarme un’ora dopo averla massacrata. La madre di Lola, secondo la corte, conosceva il carattere cattivo e violento del suo compagno che avrebbe abusato della sua fiducia. L’accusa di cui Bevan deve rispondere è quella di omicidio ma lui continua a negare di aver martoriato  la bambina, sino a che, a causa delle lesioni fortissime sparse su tutto il suo esile corpicino, non ha retto, esalando l’ultimo respiro quattro giorni dopo.

La madre di Lola nega di aver causato o permesso la morte di un bambino. Tra un mese, sapremo probabilmente l’esito del processo in corso, essendo questa la tempistica. Una storia davvero da far accapponare la pelle , in cui è necessario riflettere perché troppe vittime non hanno ancora la giustizia che meritano, anche se nessuno riuscirà mai a riportarle in vita.  E il pensiero va a Diana Pifferi, a Elena Del Pozzo, a tutti i piccoli della nostra Italia che non ci sono più.