Un dolore immane, quello della morte di un figlio che, in tanti, definiscono contro natura. Come si può sopravvivere ad una tragedia simile che squarcia l’anima?
Tutti i genitori orfani del mondo, quelli che un figlio lo hanno desiderato al di sopra di ogni cosa, e che se lo sono visti strappare dalla dimensione terrena, vivono un’agonia costante.
Si consumano, ogni giorno, senza darsi pace. In fin dei conti, come si potrebbe trovar pace se non ricongiungendosi al proprio figlio scomparso? Per chi ha fede, l’unica consolazione è il sapere che, quando Dio lo vorrà, una madre e un padre potranno abbracciare in Paradiso il loro adorato bambino.
E’ una ferita sempre aperta, sanguinante, in cui a poco servono i ricordi. Si ha bisogno di un abbraccio o meglio dell’abbraccio. Quello del proprio figlio che, appena sveglio, al mattino, ti stringe forte dicendoti “Giorno mamy”, tra il profumo del caffè per la casa.
Il fatto di non essere più chiamati mamma e papà. E’ questo che fa malissimo. La morte non guarda in faccia a nessuno e gli italiani sono stati scossi dall’ennesima tragedia: la prematura scomparsa del figlio di due grandi giornalisti. Vediamo insieme cosa è accaduto.