Televisione italiana in lutto: il conduttore è morto (2 / 2)

Era il volto più stimato del giornalismo molisano e si fa fatica a credere che non faccia più parte della dimensione terrena. Mentre, in queste ore, continuano a giungere messaggi d’addio davvero toccanti, i suoi colleghi non riescono a credere che Giovanni Minicozzi, giornalista e volto noto della televisione molisana, non sia più tra loro. Si è spento ieri, 15 dicembre, a 73 anni,  dopo una vita di lavoro a diretto contatto con quel pubblico che così tanto lo amava.

Minicozzi era divenuto noto in tv per essere stato l’ideatore e il conduttore dell’approfondimento politico televisivo Moby Dick, trasmessa dall’emittente Telemolise per ben 15 anni e cancellata dal palinsesto nel 2020,  quando lo stesso giornalista decise di lasciare il piccolo schermo per  dirigere “FuturoMolise”, occupandosi soprattutto di sanità e malasanità in Molise.

Penna pungente, veritiera, coraggiosa, nessuna paura dei potenti e soprattutto uomo dagli alti valori, sempre vicino agli ultimi” , di cui “resta il rimpianto di quanto poteva ancora dare con la sua competenza, professionalità e la inesauribile umanità che riversava nel suo lavoro”. Un grande professionista che riusciva a farsi capire da tutti per la sua dialettica semplice, di facile comprensività. Tutti lo avevano a cuore per l’essersi sempre battuto per grandi diritti costituzionali, affinché non rimanessero solo sulla carta: il diritto alla salute, i diritti dei lavoratori, dei diversamente abili dei poveri e degli indifesi.

L’ordine dei giornalisti del Molise, attraverso le parole del Presidente Vincenzo Cimino, ha voluto esprimere tutto il suo cordoglio per la scomparsa del grande professionista. Anche l’Associazione della stampa del Molise ha dedicato al conduttore un toccante messaggio. Per la regione, era considerato, oltre che un cronista molto valido, il più capace e preparato opinionista politico del Molise.

Minicozzi era un punto di riferimento per la cronaca politica, seppur, nella sua lunga carriera, si sia occupato di altri importanti temi, tra cui quelli della malasanità e degli intrecci esistenti tra la sanità e la politica. Era un uomo disponibile, generoso, che amava sostenere professionalmente le giovani leve del giornalismo e soprattutto la stampa libera e tutti ricorderanno per sempre quanto ha dato al mondo del giornalismo.