Svolta nel caso Pipitone, la polizia ha un ricercato: sarebbe lui l’assassino (2 / 2)

Ha lasciato tutti gli italiani letteralmente senza parole l’omicidio di Danilo Salvatore Lucente Pipitone, che è stato ucciso a Centocelle, nel corso di una lite in strada. L’uomo, che aveva 44 anni, lavorava come infermiere all’ospedale militare del Celio, dove era stimato da colleghi, amici e pazienti per essersi sempre schierato, in prima linea, contro il Covid negli anni più duri, quelli dell’emergenza pandemia legata al virus.

Pipitone, difatti, ha lavorato reparto di rianimazione del Celio. Originario di Erice, in provincia di Trapani, si era arruolato nel 2002 in ferma volontaria annuale. Poi la specializzazione in operatore sanitario dell’esercito, i primi incarichi anche in Albania nel 2006, e l’impegno sanitario. Era entrato in servizio al Celio e dal febbraio 2020, con la pandemia, è stato impegnato per salvare le vite della persone. In tantissimi coloro che, in queste ore, stanno inondando i social di messaggi di cordoglio per il limitare scomparso ieri a Roma, a seguito di un’aggressione subita, tra venerdì e sabato notte, in via dei Sesami, all’angolo con viale Palmiro Togliatti, a Centocelle. Un uomo attento, scrupoloso, riservato, strappato alla vita in un modo così brutale.

A poche ore di distanza dall’omicidio, potrebbe esserci la svoltaLa polizia è sulle tracce di un uomo. Il ricercato si chiama Mohamed Abidi, il giovane che vedete nella foto di apertura dell’articolo. Stando alle informazioni rese note a mezzo stampa, sappiamo che è nato il 7 marzo 1990 in Tunisia. e che è stato in carcere fino al 4 aprile 2018 per spaccio di sostanze stupefacenti. L’ultimo atto presso l’Ufficio Immigrazione di Roma risale al 2013.

Pipitone, dopo l’aggressione avvenuta nella notte tra il 10 e l’11 febbraio, è stato rinvenuto privo di sensi all’angolo della strada che, peraltro, è una delle arterie stradali più importanti del quadrante est di Roma. Il militare aveva un’importante lesione alla testa, per cui è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Vannini, a poco più di tre chilometri dal luogo in cui è avvenuta la colluttazione. Al nosocomio, i medici hanno giudicato le sue ferite da codice giallo.

Poco dopo, per via del suo quadro clinico critico, è stato trasferito al policlinico Umberto I, dove, dopo più di un giorno di coma, il suo cuore non ha retto e ne è stato dichiarato il decesso. Le telecamere di videosorveglianza presenti hanno ripreso l’auto dei presunti aggressori, due. Il cellulare e il portafogli sono stati trovati ancora addosso alla vittima, quindi si cerca di capire per quale motivo sia stato aggredito. Tra le ipotesi passate in rassegna, anche quella della rapina finita male. Continueremo a tenervi aggiornati sul caso.