Nelle scorse ore presso la Corte d’Assise di Reggio-Emilia si è svolta l’udienza nella quale è stato sentito il fratello minore di Saman Abbas. Si è trattato di un passo fondamentale che gli inquirenti aspettavano da tempo.
Il ragazzo si è subito dimostrato molto collaborativo con la giustizia, affermando di voler dire tutta la verità. “Voglio parlare, voglio dire tutta la verità” – così ha esordito il giovane dinanzi all’autorità giudiziaria.
I giudici quindi hanno ascoltato quello che costui aveva da dire in merito al decesso di Saman. “Qualcuno ti aveva detto che Saman era stata seppellita?” – così hanno chiesto i giudici al ragazzo, il quale senza mezzi termini ha risposto affermativamente facendo anche i nomi dei famigliari che lo avevano avvertito di questa circostanza.
“Me l’aveva detto Noman, gli avevo chiesto io, perché volevo abbracciare mia sorella. Ma l’ho chiesto anche allo zio, prima di partire per Imperia” – questo il racconto del fratello minore di Saman, che poi ha continuato a parlare.
In passato, all’epoca minorenne, il giovane aveva affermato di non sapere nulla su dove si trovasse il corpo di Saman, ma all’autorità giudiziaria ha dichiarato di aver agito così in quanto aveva paura della reazione del padre Shabbar. “Io da piccolo avevo paura di mio padre e di mio zio. Quando sono andato dall’altro giudice, ho detto che non hanno fatto niente, ero costretto da mio padre” – queste le sue parole.
Dopo essere cominciata in mattinata l’udienza è ripresa nel pomeriggio e dinanzi alle foto della sorella il giovane è scoppiato a piangere, dopo di ciò gli è stato fatto notare come la sua testimonianza fosse fondamentale e la presidente della Corte Cristina Beretti ha chiesto al giovane se intendesse andare avanti nell’audizione: il ragazzo ha acconsentito.