Svolta Garlasco, Carabinieri a casa di Sempio e dell’ex Procuratore Mario Venditti (2 / 2)

Un nuovo e clamoroso capitolo scuote il caso Garlasco. All’alba di oggi carabinieri e guardia di finanza, su disposizione della procura di Brescia, hanno eseguito una serie di perquisizioni che toccano figure di primo piano delle indagini svolte negli anni passati.

Tra le abitazioni controllate ci sono quelle dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, oggi presidente del Casinò di Campione d’Italia, e di alcuni familiari di Andrea Sempio, attuale indagato per il delitto di Chiara Poggi. Secondo le prime ricostruzioni, Venditti sarebbe iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione in atti giudiziari.

Gli inquirenti ipotizzano che, nel 2017, l’allora magistrato abbia ricevuto denaro per agevolare l’archiviazione di una precedente indagine su Sempio. A rafforzare i sospetti, durante una perquisizione in casa dei genitori di Sempio, sarebbe stato rinvenuto un appunto manoscritto con un riferimento a “Venditti gip archivia 20-30 euro”, ritenuto dagli investigatori un possibile indizio di un accordo economico.

Il racconto da brividi di Emanuele dopo il delitto Il racconto da brividi di Emanuele dopo il delitto

Le verifiche hanno interessato tre diverse proprietà riconducibili a Venditti, tra Pavia, Genova e Campione d’Italia, oltre alle case di due ex carabinieri della sezione di polizia giudiziaria che nel 2017 seguirono i primi accertamenti sul giovane di Garlasco. Le operazioni, condotte sin dalle prime ore del mattino, mirano a raccogliere documenti e riscontri finanziari utili a chiarire l’origine di alcuni presunti movimenti di denaro: in particolare un trasferimento di circa 40 mila euro che, secondo gli investigatori, sarebbe stato effettuato dalle zie di Sempio al padre e poi convertito in contanti.

La procura di Brescia, competente per indagare su eventuali reati commessi da magistrati in servizio a Pavia, mantiene il massimo riserbo, ma la portata delle perquisizioni e l’iscrizione di Venditti tra gli indagati delineano un quadro potenzialmente compromettente.