La 45enne Susanna Recchia si è allontanata da casa con la figlioletta, senza portarsi dietro ila cellulare e portafogli con i documenti ma portando con se’ i farmaci salva-vita per la bambina, dal momento che Mia aveva una grave forma di epilessia. Queste sono ore concitate, in quanto la procura sta indagando sul gesto estremo e sul figlicidio.
Sul motivo del gesto che ha portato il decesso della madre e della figlia, si interrogano gli esperti. La psichiatra romana Alexia Koukopoulos escluse che Susanna abbia voluto mettere in atto una vendetta per colpire il suo ex compagno, parlando di disperazione di chi vede solo sofferenza.
Susanna, igienista dentale, con un matrimonio finito con un poliziotto, dal quale aveva avuto tre figli di 7,10 e 13 anni che vivono con l’ex marito, la notte precedente a quella del tremendo gesto, ha scritto una lettera al suo secondo ex compagno, Mirko, meccanico. Il contenuto della missiva ritrovata dall’uomo è questo: «Vieni a prendere Mia domattina, ti aspetto alle 8,15».
Mirko, non ricevendo risposte al cellulare, entrato in casa non vi ha trovato nessuno ma ha rinvenuto la lettera d’addio in cui la donna parlava della sua sofferenza, del mondo ingiusto che la circondava, dell’amore per i suoi figli, cui ha dedicato queste parole: «Vi amerò per sempre», regalando loro il disegno di un cuore grande. Il procuratore Marco Martani è del pare che Susanna avesse una depressione maggiore, che è una patologia che non dà segni evidenti, di difficile interpretazione, ma che porta a vedere un futuro tutto nero davanti. Per proteggere le persone che si amano, Susanna sarebbe stata spinta, dalla patologia, a portarsi con se’ anche Mia. Sbagliando, Susanna ha voluto proteggere la figlia da questa sofferenza futura.
La psichiatra Koukopoulos dice che il meccanismo mentale non è : “se tu non mi vuoi più, io mi tolgo la vita, ma non ti lascio il figlio”, quanto, piuttosto, un’altra idea che scatta nella mente di chi ha una patologia simile, ossia: “come può questo bambino andare avanti senza di me?”. La dottoressa ha chiosato: “La fine di una storia può essere un fattore che in una situazione di sofferenza ti fa vedere ancora più impossibile, difficile, inaccettabile il futuro”. Il motivo per cui la Recchia ha potuto compiere il gesto sarebbe, probabilmente, legato alla depressione maggiore, esasperata dalla separazione con Mirko, avvenuta un mese prima.