
La svolta per suor Valeria e Flaminia è arrivata presso l’ospedale di Bergamo, dove l’equipe medica guidata dal direttore generale Francesco Locati ha deciso di procedere con l’impianto di un cuore artificiale.
Le due donne erano state precedentemente escluse dal trapianto a causa di rigidi criteri legati all’età e alle condizioni cliniche, una sentenza che solitamente non lascia appello.L’intervento, definito come un traguardo eccezionale di eccellenza sanitaria, permette oggi a entrambe di condurre una vita quasi normale, seppur vincolata a una batteria esterna.
Il dispositivo, un sistema di assistenza ventricolare di ultima generazione, richiede una manutenzione costante e una rete sociale solida, come sottolineato dall’assessora Marcella Messina, per garantire che le pazienti non si sentano mai sole.Il portavoce diocesano, monsignor Giulio Dellavite, ha voluto leggere in questa vicenda un simbolo potente legato al concetto di pellegrinaggio.

Lo zaino che le donne portano con sé non contiene solo cavi e motori, ma rappresenta lo zainetto di speranza che ogni individuo deve saper caricare sulle proprie spalle per affrontare le sfide più dure, trasformando la tecnologia in uno strumento di resurrezione quotidiana.Questi cuori artificiali non sono solo dispositivi medici, ma la dimostrazione concreta di come la dedizione dei professionisti possa superare barriere burocratiche e biologiche.
Per Valeria e Flaminia, la quotidianità è ora fatta di piccoli gesti resi possibili da un ronzio che, anziché essere un disturbo, è diventato il suono rassicurante della loro seconda possibilità. Insomma una vicenda davvero molto particolare che ha coloito tutti quanti una notizia che è stata ripresa anche dal noto quotidiano Avvenire.