Stupra una 12enne nel suo letto: l’orrore dell’orco (2 / 2)

Un 52enne, residente a Norma, in provincia di Latina, conviveva con la sua compagna e con la figlia che la donna aveva avuto da una precedente relazione.  La loro è sempre stata una relazione nociva, fatta di maltrattamenti verbali e fisici; una storia in cui sarebbe stato necessario mettere la parola fine, con la denuncia, anzitempo.

La ragazzina, nei primi anni del loro rapporto, non è stata coinvolta nelle violenze domestiche che l’uomo, sotto l’effetto di alcol, riversava sulla sua compagna. Prima le umiliazioni, le offese, le diffamazioni, dicendole di essere una traditrice; poi l’inevitabile clima di terrore, l’incubo che la vittima viveva all’interno della sua casa, che si era trasformata nella sua prigione.

La donna aveva modificato il suo stile di vita per non subire le conseguenze della furia che il 52enne riserva su di lei, in preda a scatti d’ira legati all’abuso di alcol. Per paura di essere presa a calci e a pugni, era segretata in casa, azzerando le uscite con le amiche, i contatti telefonici. Un clima di terrore cui si è aggiunta un’agghiacciante realtà: il 52enne orco avrebbe violentato la ragazzina, figlia di una precedente relazione della sua compagna; di neanche 12 anni, mentre la madre dormiva accanto a lei, senza mai accorgersi di nulla.

Prima le ha accarezzato le parti intime; poi l’ha costretta a subire reiterate violenze sessuali che, per fortuna, seppur nella tragedia, la bimba è riuscita a esternare alla madre, ponendo fine all’incubo che, da anni, le pervadeva. Il pm in aula ha spiegato che il concetto che il carnefice aveva della compagna era quello di un oggetto di sua proprietà; così come, in un successivo momento, ha considerato anche la figlia di quest’ultima. A luglio, l’uomo ha toccato il fondo, aggredendo sessualmente la bambina che dormiva accanto alla madre.

Finalmente, dopo la denuncia, il 52enne, condannato a 4 anni in primo grado, tenendo conto lo sconto garantito dal rito abbreviato che è stato chiesto e ottenuto dalla difesa, si trova ora ai domiciliari.  Una scelta obbligata, per paura che possa reiterare il reato e per tutelare le due parti  parti offese. L’uomo è stato accusato di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale aggravata sia dall’età della vittima, sia dal fatto che l’imputato era il compagno della madre.