Stop a ‘Non è l’Arena’: la scoperta choc su Fabrizio Corona e Messina Denaro (2 / 2)

‘Non è l’Arena‘ ha ufficialmente chiuso i battenti, una decisione sin da subito effettiva, e giunta improvvisamente con un comunicato dell’emittente televisiva di Urbano Cairo: “La7 ha deciso di sospendere la produzione del programma Non è l’Arena che da domenica prossima non sarà in onda. La7 ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione. Massimo Giletti rimane a disposizione dell’Azienda”.

In queste ore il giornalista è stato raggiunto dall’irriverente Valerio Staffelli di Striscia la Notizia, che dopo avergli consegnato il meritato tapiro, gli ha poi chiesto di spendere qualche considerazione sull’accaduto: “Bisogna chiedere a Urbano Cairo il perché mi abbiano mandato via, forse l’ha fatto perché sono juventino. Magari vengo a Mediaset“- si è limitato a dichiarare con un tocco di ironia Giletti.

In realtà in queste ore sono già state formulate diverse ipotesi sulle motivazioni di questa scottante decisione di La7. Innanzitutto pare che la nota emittente televisiva non abbia gradito le voci di una possibile trattativa tra il giornalista e la Rai, il cui ritorno nell’emittente di Stato evidentemente farebbe un po’ gola.

In secondo luogo a determinare lo spot alla trasmissione potrebbero essere stata la diversa linea editoriale circa alcuni temi scottanti affrontati da Giletti nel talk show: uno su tutti lo speciale su Matteo Messina Denaro. In quell’occasione furono mandati in onda quei famosi audio tra il boss mafioso e le pazienti conosciute durante le sedute di chemio in ospedale a Palermo.

Stando a quanto trapela in queste ore, pare che questi audio sarebbero stati acquistati dalla trasmissione di Giletti da un’agenzia strettamente legata a Fabrizio Corona. Questi audio sarebbero stati venduti al paparazzo tramite un conoscente delle due amiche del boss mafioso. Consapevole di quanto quel servizio possa aver influito sulla decisione finale di Urbano Cairo, Massimo Giletti ha infatti commentato: “L’Italia non è ancora pronta ad ascoltare certe verità, fa più comodo tenerle nei cassetti”.