Stefano Tacconi, uno dei più grandi portieri della Juventus, ha deciso di raccontare la sua patologia all’interno di un libro che si intitola L’arte di parare, edito dalla Rizzoli e in libreria dall’ 8 ottobre. Il suo è un graduale, lento percorso, supportato dalla famiglia, verso la normalità.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Tuttosport, ha dichiarato: “Il cervello è andato indietro di tanti anni, ricordavo cose di 30 anni prima e non del mattino”, descrivendo le “difficoltà a parlare” e nei movimenti, legati all’ischemia.
Nel libro autobiografico si è lasciato andare a dei passaggi davvero strazianti, che sono un colpo al cuore per i lettori, suoi tifosi. L’ex portiere della Juve ha dichiarato: “Certe volte mi legavano al letto perché per ben tre volte sono caduto cercando di alzarmi”, e non sono mancati i ringraziamenti alla moglie Laura Speranza e a suo figlio Andrea, per la loro pazienza in questi due anni in cui la loro vita è stata letteralmente stravolta.
E non è tutto, poiché Stefano, nel suo libro, ha raccontato quando, mentre si trovava all’ospedale, è riuscito a scappare verso il quarto piano con la sua carrozzina, confidando: “Non hanno capito come ci sono arrivato”. Di tempo da aprile 2022 ad oggi, ne è passato, più di due anni per l’esattezza.
In tanti si chiedono come stia. A Tuttosport ha dichiarato: “Ci vuole ancora tempo, però ho un carattere forte”. Tacconi ha smesso di fumare, mangia e non fa fatica ad aver lasciato la brutta abitudine del fumo perché è stato ad un passo dall’aldilà, tenendo in apprensione i tifosi e i familiari che hanno pregato in un miglioramento delle sue condizioni di salute. Ora è al 70-75% del percorso, ironizzando: “Peccato che a San Giovanni Rotondo fossero tutti interisti”. Tutto il resto potrete scoprirlo leggendo il suo libro, L’arte di parare, in cui descrive la sua patologia come “una partita con supplementari e rigori”, da cui è uscito vincente.