La vicenda che vi stiamo per raccontare ha davvero dell’incredibile e riguarda una mamma e il suo bambino disabile, che, appunto in queste giornate afose cercavano un pò di refrigerio in spiaggia. Tutto è successo a Salerno.
Per ovvi motivi di privacy non possiamo fare il nome dello stabilimento in cui tutto è avvenuto anche perchè c’è di mezzo un minore e va tutelato secondo quanto stabilito dal nostro Codice Deontologico e dalla Carta di Trento. Fatto sta che lo stabilimento avrebbe voluto “verificare” la situazione del bimbo.
La mamma ha quindi chiamato allo stabilimento balneare chiedendo informazioni per quanto riguarda suo e del figlio con disabilità, persone che come si sa vanno incontro a delle agevolazioni vista la loro condizione. “Porti suo figlio e lo valutiamo all’ingresso” – questa la risposta dello stabilimento.
Il bambino è tutelato dalla Legge 104 quindi ha una disabilità molto grave. “La disabilità di mio figlio è stata riconosciuta da una commissione medica dell’Inps e non spetta certo ai gestori dei lidi valutare le condizioni del mio bambino. Gli incartamenti sono chiari. Non capisco cosa significhi che valuteranno all’ingresso. Chi lo valuterà? Sono collegati all’Inps? Credo proprio di no” – questo lo sfogo della donna ad un quotidiano locale.
“È assurdo quello che mi è stato detto al telefono. Non esiste mortificare un bambino per una disabilità già certificata. Chi sono loro per giudicare e valutare il caso?” – questo si chiede infine la donna.
Questo episodio ci fa capire come non tutte le strutture siano dotate di accessi per le persone diversamente abili, ma non solo, porta a riflettere sul fatto come parecchi gestori di lidi siano ancora “sordi” alle richieste delle persone disabili che anche loro hanno diritto di godersi il mare e la spiaggia.