Sottomarino Titan, capo della squadra di salvataggio: "Cosa abbiamo trovato in fondo all’oceano" (2 / 2)

E’ dal 18 giugno che si continua a parlare dell’immane tragedia del Titan. E’ a quel giorno che bisogna ritornare per ricostruire cosa è accaduto al sommergibile della Oceangate, dal momento che, ora dopo ora, emergono nuovi raggelanti dettagli attorno a questa tragedia che nessuno, in tutto il mondo, potrà mai dimenticare. Il 18 giugno, il Titan è scomparso mentre era in discesa al largo dell’Isola di Terranova per raggiungere il relitto del Titanic, quello che continua ad appassionare intere generazioni, dal momento che è dal 1912, anno in cui si è inabissato nel corso del suo viaggio inaugurale, che le sue sorti sono finite sui libri di storia, sono state riprese da registi che hanno dato vita a colossal cinematografici, hanno riempito pagine e pagine di libri e testate.

A bordo del Titan viaggiavano 5 persone che avrebbero hanno pagato circa 250mila dollari per il tour; tutte decedute. Si tratta di Stockton Rush, patron di OceanGate, l’azienda proprietaria del Titan; Hamish Harding, uomo d’affari britannico; Paul-Henri Nargeolet, esploratore francese e pilota di sommergibili; Shahzada Dawood, uomo d’affari pakistano e il 19enne figlio Suleman.

In una corsa contro il tempo, alla ricerca dei loro corpi, senza che siano stati trovati, hanno collaborato le squadre di soccorso canadesi e statunitensi, cui ben presto si sono presto aggiunte quelle francesi, con mezzi di ogni genere: navi e aerei, una rompighiaccio, Rov (droni subacquei a controllo remoto), boe sonar, mezzi privati della OceanGate ma, se di implosione si tratta, quei corpi non si troveranno mai, essendo stati disintegrati.

Edward Cassano, amministratore delegato di Pelagic Research Services, nel corso di una conferenza stampa in cui ha ripercorso le lunghe ricerche del Titan, rispondendo alle domande dei giornalisti, nelle scorse ore, è apparso visibilmente commosso, facendo una enorme fatica a trattenere il pianto quando ha ricordato il momento del ritrovamento dei detriti del sottomarino Titan sul fondo dell’oceano. Cassano ha riferito di essere stato contattato dagli operatori del Titan, OceanGate, il 18 giugno, poco dopo la scomparsa del sommergibile, con la richiesta di usare il veicolo a pilotaggio remoto (ROV) Odysseus 6K.

L’ad e i suoi hanno “immediatamente iniziato a mettere insieme una squadra» e in breve i membri del team si sono uniti all’enorme operazione di ricerca in corso e hanno subito lanciato il ROV, che ha impiegato 90 minuti per raggiungere il fondo dell’Atlantico settentrionale”. Il racconto rilasciato da Cassano prosegue così: “Poco dopo essere arrivati sul fondo del mare, abbiamo scoperto i detriti del sommergibile Titan. Naturalmente abbiamo continuato la ricognizione del sito e alle 12, purtroppo, il salvataggio si è trasformato in un recupero»” L’esperto, amministratore delegato di Pelagic, è apparso visibilmente provato ai cronisti in sala, preferendo interrompere la ricostruzione della terribile vicenda poiché il dolore e la sofferenza sono troppo freschi, difatti ha dichiarato:: “Le emozioni sono tante”.