Un giorno, tornando a casa, l’uomo notò la porta del bagno chiusa a chiave. Inizialmente non ci fece troppo caso, pensando che la compagna fosse semplicemente occupata. Tuttavia, il silenzio assoluto proveniente dall’altra parte della porta iniziò a far crescere in lui un senso di inquietudine. Bussò più volte, ma non ricevette risposta.
Preso dal panico, decise di forzare la serratura, preoccupato che potesse esserle successo qualcosa di grave.Una volta aperta la porta, si trovò di fronte a una scena straziante. La sua compagna si era tolta la vita, vestita con l’abito da sposa che indossava nei giorni precedenti. Sul pavimento, accanto a lei, c’era un biglietto. Con le mani tremanti, l’uomo lo raccolse e lesse quelle poche, assurde parole: “Ho saputo da tua sorella che non mi vuoi sposare”.
Quelle parole gli trafissero il cuore, lasciandolo in preda a un misto di dolore e rimorso, incapace di comprendere pienamente cosa fosse accaduto. Da quel giorno in poi, la vita dell’uomo cambiò per sempre. Il senso di colpa iniziò a perseguitarlo, facendolo ripensare a tutti i segnali che non aveva colto, a ogni sorriso, a ogni gesto che gli era sembrato normale ma che forse nascondeva un profondo disagio.
Si trovò a vivere con un peso insostenibile, pieno di rimorsi per non aver capito in tempo cosa stesse succedendo nella mente della sua compagna e per non aver fatto nulla per aiutarla. Il suicidio della donna lasciò un vuoto incolmabile nella sua vita, un dolore che non avrebbe mai potuto superare completamente.
Il matrimonio, che fino a poco tempo prima era stato il simbolo della loro futura felicità, si trasformò in un ricordo intriso di tristezza e rimpianto. Da quel momento in poi, l’uomo visse ogni giorno con il rimorso di non essere riuscito a salvarla, consapevole che quel triste evento lo avrebbe segnato per sempre.