Sorelle investite dal treno a Riccione: “Non si sono suicidate e nessuna colpa a droga e alcol” (2 / 2)

Giulia e Alessia amavano la musica, da Tedua a Jack La Furia, amavano ballare, raccontare attraverso le storie su Instagram le loro serate per i locali della Riviera, le vacanze, come le ultime, a giugno scorso, in Costa Rei, in Sardegna. Le due sorelle, come in molti ricorderanno, erano state a ballare alla discoteca Peter Pan; famosissima in Riviera. La più piccola aveva il cellulare scarico, mentre all’altra lo avevano rubato. A offrir loro un passaggio in stazione è stato un 24enne, conosciuto in discoteca, che ha prestato alle ragazze il suo cellulare, in modo da poter avvertire il padre del loro ritorno a casa in treno.

Alle 6:30, la chiamata di Alessia al papà Vittorio: “Tranquillo papà. Il mio cellulare è scarico, a Giulia lo hanno rubato. Va tutto bene, stiamo andando in stazione e torniamo a casa”. Da qui in poi, su quanto accaduto ne son state dette tante ma la verità, unica e sola, è emersa dalla conclusione dell’indagine affidata alla polizia ferroviaria, e coordinata dal sostituto procuratore Giulia Bradanini, che era stata aperta per omicidio colposo, ma senza l’iscrizione di alcun indagato.

Alessia e Giulia Pisanu non si sono suicidate, né avevano bevuto o assunto droga. La morte delle sorelle, travolte e uccise da un Frecciarossa in transito alla stazione di Riccione, è stata una tragica fatalità. Questa è la conclusione a cui è giunta la Procura della Repubblica di Rimini, che ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sull’incidente ferroviario, avvenuto il 31 luglio dello scorso anno. La procuratrice capo, Elisabetta Melotti, ha dichiarato che “non sono emersi elementi che potessero far pensare ad un intento suicidario delle due ragazze”.

Tutto è stato dettagliatamente analizzato: la scatola nera del treno, l’Etr in transito alla stazione di Riccione, la velocità mantenuta dal mezzo, l’organizzazione a terra degli avvisi ai passeggeri e le immagini delle telecamere, scandagliando ogni spostamento delle ragazze prima della morte. Papà Vittorio ha rilasciato un commento a caldo: “Non porto rancore rispetto all’inconsulto vociare che si è scatenato all’indomani della tragedia che mi ha colpito. Voglio, al contrario, che le mie bimbe non siano morte invano, che questa disgrazia porti a qualcosa di buono, a un bene assoluto. Per tutti”.

Anche l’avvocato della famiglia, Roberto Senis del foro di Cagliari, come riportato dal Corriere della Sera, ha detto la sua, dichiarando: “Ora è ufficiale quel che già era noto. Giulia e Alessia non erano né sotto effetto di alcool né di droga. Io e la famiglia teniamo a sottolineare quello che è un dato di fatto alla luce delle tante illazioni riferite nelle ore drammatiche successive alla tragedia”.