"Sono uscita dai Testimoni di Geova, vi racconto cosa fanno veramente" (2 / 2)

La giornalista Erna Corsi ha intervista una donna, Stefania che fa parte appunto dei Testimoni di Geova. La donna ha spiegato che cosa vuol dire essere una Testimone di Geova e anche che cosa si fa all’interno della congregazione che dal di fuori viene soprattutto mal vista.

La narrazione della donna intervistata parte dal cuore del problema: la percezione esterna. Per chi non è dentro, l’associazione automatica è con il concetto di setta, un termine che porta con sé una connotazione di pericolo e chiusura totale.Eppure, a suo dire, la realtà quotidiana non è quella di un’organizzazione segreta, ma piuttosto di una fede profondamente impegnata, che influenza ogni aspetto della vita, dal lavoro ai rapporti familiari.

La Testimone sottolinea come la libertà di scelta sia un elemento fondamentale, sebbene la conformità alle direttive sia attesa e la vita sociale si svolga quasi interamente all’interno della rete della comunità. Accanto alla testimonianza di Stefania ve ne sono però delle altre assolutamente negative.
L’esempio è dato dalla vicenda che ha raccontato a Today Laura Bartolini.

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La donna viveva in una famiglia di Testimoni di Geova e sarebbe stata ripudiata dalla stessa in quanto non ha accettato le regole ferree che la congrazione impone, secondo la donna moltissime sarebbero anche le punizioni a cui si va incontro.

C’è anche chi parla di setta e lavaggio del cervello, e chi, pur avendo scelto di uscirne, rivendica un passato che rifarebbe. Laura ha affermato di essere uscita dai Testimoni di Geova quando era ragazzina, aveva 19 anni quando fu cacciata per una sigaretta. Da quel momento Laura è rinata e ha preso in mano la sua vita. La sua infanzia sarebbe trascorsa senza Natale nè festività di sorta. Una vita di privazione che ha appunto abbandonato.