Siniša Mihajlović, le telecamere hanno ripreso tutto: è successo dopo il funerale (2 / 2)

Tante le personalità del mondo sportivo e non presenti ai funerali che si sono concluso poco fa, dal ministro per lo sport Andrea Abodi, al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dal presidente del Coni Giovanni Malagò, al numero uno della Figc Gabriele Gravina. Presente anche il Ct azzurro Roberto Mancini e tanti ex compagni di Mihajlovic calciatore.

La delegazione della Lazio con il presidente Claudio Lotito, tutto il Bologna ultima squadra da allenatore di Sinisa, Urbano Cairo, presidente del Torino, e una delegazione della Stella Rossa. Non sono mancati neanche Gigio Donnarumma, Francesco Totti, Daniele De Rossi, oltre a Salsano, Lombardo, Marchegiani, Stankovic, Jugovic, Iachini, Fiore, Corradi, Sereni, Orsi, Juric, Branca, Montella, Peruzzi, Di Livio, Bruno Conti, Gianni Morandi, Luca Cordero di Montezemolo e tanti altri.

Fanno riflettere le parole con cui il cardinale Zuppi ha aperto la celebrazione, citando proprio le parole di Sinisa: “Togliamo le pietre dal nostro cuore per vivere in pace con noi e gli altri”. Lacrime, amarezza, sofferenza, ricordi che riaffiorano nella mente di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere Sinisa, un uomo dall’animo puro, coraggioso, determinato, caparbio, tenace, combattivo,  hanno pervaso la basilica durante tutto il corso delle esequie.

In fin dei conti, tutta quest’affluenza di gente c’era da aspettarsela, per l’ultimo saluto al campione ma soprattutto al Sinisa uomo, da cui c’era solo da apprendere. Rimarranno nella storia i suoi goal leggendari, quelli da far tremare d’emozione persino i cronisti; quelli che caricavano d’adrenalina i tifosi ma soprattutto i suoi proverbi, i suoi detti; autentici esempi di saggezza, di spessore, di profondità d’animo. Un esempio di dedizione alla famiglia, di vocazione al suo essere calciatore prima, allenatore poi. Una guida, un esempio, un’autentica leggenda che rimarrà impressa in tutti noi. La commozione è regnata sovrana, oltre al silenzio, che ha lasciato il posto alle lacrime. Fanno riflettere, in particolare, le parole del rappresentante del Governo serbo arrivato nella Capitale per ricordare l’ex calciatore e allenatore.

Questo quanto da lui dichiarato: “A nome della Repubblica di Serbia condoglianze alla famiglia, agli amici e anche agli appassionati del mondo del calcio. Alle persone che gli hanno voluto bene. Sempre fedele a se stesso, ha vissuto il calcio e viceversa. Incuteva il timore agli avversari, rompeva i pali, strappava le reti, i suoi palloni tagliavano l’aria. Tutti i bambini lo imitavano. Fa parte dei successi storici della Stella Rossa, della nostra nazione e non solo. Rimane nostro e vostro. Miha era internazionale. Una forza umana, un modo in cui saliva sul ring per affrontare le sfide del calcio e della vita. Abbiamo versato lacrime di gioia e preghiere per lui. Era un vincente di una specie rara, rimasto uguale nei confronti di tutti. Lo vediamo anche oggi, i successi non l’hanno cambiato. Addio Miha e grazie di tutto”. Gli applausi dei presenti hanno preso il sopravvento.