Simone Annicchiarico è stato ospite di Mara Venier, nello studio di Domenica In per ricordare il padre Walter Chiari , nato un secolo fa e deceduto il 20 dicembre del 1991. Frutto dell’amore tra il famoso comico e attore e l’attrice Alida Chelli, Simone ha ripercorso, in piena diretta tv, la vita del padre, uno degli attori storici del piccolo e grande schermo italiano.
Come noto, nel suo ultimo libro, dal titolo “100% Walter”, ha parlato della loro ultima tappa in Costarica, dicendo: che da 20 anni il padre desiderarci e che quel viaggio corrisponde alla triste notizia del decesso del figlio di Eric Clapton e Lory del Santo, Conor, precipitato dal grattacielo. “Papà mi diceva sempre che Conor mi somigliava tantissimo, lui era molto amico di Lory”, ha osservato Simone.
Un uomo timido, che piaceva molto alle donne, Walter e che usava gli stupefacenti per sbloccarsi eppure c’è dell’altro che ha raggelato i telespettatori, quello che Simone non può dimenticare, ossia l’ultima telefonata intercorsa col padre.
Parlando delle ultime ore di vita di suo padre, Simone ha detto: “Lui mi chiama tre ore prima di morire, tre ore, con una voce che era… sembrava il Walter Chiari degli anni 50/60, quella squillante”.
Ai microfoni di zia Mara, il conduttore ha proseguito: “‘Simone come stai? Che cos’hai fatto, sono a Milano, andiamo a fare una sciata assieme, pensa sono stato dal cardiologo a Pavia, oggi (Ndr, il giorno che è morto), e ha detto che possiamo giocare assieme per altri dieci anni’, questa frase non la dimenticherò mai, perchè era proprio il sunto del nostro rapporto, non era ‘che possiamo stare insieme, che possiamo vivere’ ma ‘che possiamo giocare’, che era la base del suo rapporto con tutti il gioco, dai bambini agli anziani, mi disse questa cosa, io felicissimo di sentirlo così pimpante, pieno di progetti, ‘sono andato a vedere Gino Bramieri, ti saluta Gino, ha detto… ciao ciao’, e dopo tre ore già se n’era ito, come si dice a Roma, per altri lidi…”. Parole forti, cariche di amore, intrise di sofferenza per un lutto impossibile da soprassedere, quello di un genitore così grande.