Simona Cinà, la scoperta sulla 20enne morta in piscina (2 / 2)

In attesa che  l’autopsia,  in programma per giovedì, chiarisca le cause del decesso di Simona Cinà, soccorsa dagli operatori del 118, arrivati in dieci minuti ma forse, prima, anche da qualcuno che, tirandola fuori dall’acqua, ha provato  a rianimarla,  come si evince dai  segni rossi trovati sul petto della giovane che, però, era già senza vita,  la madre si è lasciata andare ad un toccante sfogo.

La mamma, con la voce rotta dal pianto, vuole sapere cosa è successo alla figlia, perché è deceduta,  descrivendola, commossa, come  una brava ragazza che  studiava, amava lo sport e  che tutti conoscevano . “Era solare, non litigava mai con nessuno e portava sempre a termine i suoi traguardi. Lo sport era la sua vita, curava il corpo, studiava al terzo anno di università. Noi vogliamo sapere cosa è successo a mia figlia, questo soltanto”, ha aggiunto.

La donna, straziata, col supporto  del marito Luciano e dei figli Roberta e Gabriele, durante una conferenza stampa ha chiesto chiarezza su tutto ciò che ancora non quadra di quella notte.

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Anche il padre di Simona spiega che la famiglia “vuole solo chiarezza” su “cosa è successo a nostra figlia”, parlando dei  punti che non convincono neppure il loro legale, l’avvocato Gabriele Giambrone.

L’uomo ha detto: “Non è normale  che c’erano solo bottiglie d’acqua e la piscina era pulita. Non siamo stati chiamati. Anzi, alle 4.45 mia moglie ha chiamato perché ancora non ci chiamava nessuno. Abbiamo chiamato per caso. Quindi vogliamo capire l’alcol dov’è finito. Mia figlia era un pesce d’acqua, faceva surf, beach volley. Lo sport era la sua vita, curava il corpo, studiava al terzo anno di università. Noi vogliamo sapere cosa è successo a mia figlia, questo soltanto”.