Don Giuseppe Salamone durante i funerali di Simona Cinà, ha dichiarato: “Ora si faccia chiarezza, innaturale per dei genitori piangere i figli”, mentre la com unità si è stretta attorno alla famiglia di Simona Cinà, formata, in primis, da padre, madre, sorella gemella e fratello maggiore.
Il sindaco di Capaci ha espresso un suo commento a caldo: “Muore chi è dimenticato, e Simona vivrà sempre nel nostro ricordo e nella nostra azione, l’emblema del giovane perfetto, salutista, sportiva, e vorremmo che questo suo modo di essere fosse trasferito agli altri ragazzi, noi lo faremo”.
Eppure gli obiettivi sono finiti , principalmente, sulla madre di Simona che, straziata dal dolore, mentre il feretro si trovava nell’auto funebre, ha trovato la forza di dire: “Che tragedia, amore mio”, come se si rivolgesse proprio alla figlia, deceduta, per circostanze ancora da chiarire del tutto, in una villa di Bagheria in cui era ospite di una festa di laurea. E’ l’immagine di una donna straziata, in lacrime, sorretta fisicamente dal resto della sua famiglia.
Il ritrovamento del suo corpo senza vita, nella piscina, ha gettato l’Italia intera in un incubo ad occhi aperti. Purtroppo Simona non fa più parte della dimensione terrena e nessuno potrà mai restituirla a tutti coloro che le hanno voluto bene e che la ameranno per sempre per tutto ciò che è stata capace di donare.
In attesa che si faccia chiarezza attorno al suo decesso, l’Italia continua a stringersi attorno alla famiglia, che sta vivendo le ore peggiori, quelle in cui, dopo i funerali, si percepirà sempre di più la sua assenza. Un vuoto enorme, quello lasciato dalla Cinà nella sua comunità, che ha dimostrato enorme vicinanza ai genitori, al fratello e alla sorella gemella.