Signorini choc, vuota il sacco: "100mila euro per… (2 / 2)

Nuovi scenari emergono dall’inchiesta giudiziaria legata alle puntate di Falsissimo dedicate ad Alfonso Signorini. La Procura di Milano ha disposto la perquisizione della Velvet Cut srl, società che produce Falsissimo, e il sequestro del materiale pronto per la seconda puntata, nell’ambito dell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Alessandro Gobbis e dall’aggiunto Letizia Mannella.

L’iscrizione di Corona nel registro degli indagati per revenge porn rappresenta, al momento, il perno dell’inchiesta. Parallelamente, si apre un fronte ancora più delicato. Antonio Medugno ha formalizzato la denuncia nei confronti di Signorini dopo le dichiarazioni rese pubblicamente.

I suoi avvocati, Cristina Morrone e Giuseppe Pipicella, parlano di ulteriori profili emersi durante la redazione dell’atto, tali da accelerare il deposito della querela. Anche Gianluca Costantino, che riferisce episodi risalenti al 2022, sta valutando un’azione legale. Oltre a questo, a far discutere in queste ore sono soprattutto le dichiarazioni dell’avvocato Andrea Righi, legale del conduttore del Grande Fratello, che parlano di «elementi inediti e potenzialmente sorprendenti» destinati a incidere sull’indagine.

Cosa succede al corpo durante la masturbazione in vecchiaia Cosa succede al corpo durante la masturbazione in vecchiaia

Tra questi, un passaggio che riguarda Fabrizio Corona, il quale – secondo quanto riferito dal suo stesso interrogatorio – avrebbe fatto riferimento all’esistenza di un’agenzia in grado di “facilitare” l’accesso al reality Mediaset dietro compensi compresi tra i 50 e i 100 mila euro. Signorini, dopo la messa in onda della prima puntata del format YouTube, ha scelto la linea del silenzio pubblico, affidando ogni valutazione ai propri legali.

Righi sottolinea come il focus giuridico debba restare sull’unico reato attualmente contestato, evidenziando che la norma non colpisce soltanto chi diffonde immagini intime senza consenso, ma anche chi le riceve dopo averle sollecitate in modo esplicito e con finalità divulgative. Anche la diffusione di chat e immagini – seppur parzialmente oscurate – nelle puntate successive ai sequestri non sarebbe, a suo avviso, un dettaglio irrilevante.