A partire dal 2026 milioni di italiani dovranno fare i conti con una nuova misura fiscale che comporterà l’aumento delle spese legate al consumo di tabacco. L’intervento prevede un aumento delle accise su tutti i prodotti del settore, con l’obiettivo di aumentare le entrate statali e, allo stesso tempo, orientare i comportamenti dei consumatori verso scelte meno dannose per la salute.
Per le sigarette tradizionali, l’incremento sarà graduale ma costante. Dal 2026 il prezzo dei pacchetti aumenterà mediamente di 15 centesimi e continuerà a crescere nei due anni successivi, superando i 40 centesimi entro il 2028. Attualmente la maggior parte dei pacchetti si colloca tra i 5,30 e i 5,50 euro; con la nuova riforma, il costo finale salirà progressivamente, incidendo sul budget dei fumatori nel medio termine.
Non solo sigarette: la riforma riguarderà anche le alternative più diffuse. Il tabacco trinciato a mano subirà aumenti più marcati, passando da +0,50 euro nel 2026 a +0,80 euro nel 2028, rendendo meno conveniente questa opzione rispetto al passato. Anche i prodotti a tabacco riscaldato e i device ibridi saranno interessati da rincari progressivi, allineando il loro trattamento fiscale a quello delle sigarette tradizionali.
Infine, i liquidi per sigarette elettroniche vedranno aumenti proporzionali: circa il 10% per le versioni con nicotina e il 5% per quelle senza. Per chi utilizza le e-cig quotidianamente, queste variazioni rappresenteranno un aumento significativo della spesa, spingendo a una riflessione sul consumo abituale.
Nel complesso, la Manovra conferma la volontà del governo di rafforzare il prelievo fiscale sul tabacco, includendo tutte le forme di consumo. Gli effetti sui cittadini saranno visibili già dal 2026, con un impatto crescente negli anni successivi, e sottolineano come la politica fiscale possa influenzare direttamente le abitudini quotidiane.