Nonostante le campagne di sensibilizzazione e le restrizioni sempre più severe, il fumo resta una delle abitudini più radicate in Italia. Secondo i dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità, circa un italiano su quattro è ancora fumatore: una percentuale che evidenzia come, sebbene in calo rispetto agli anni passati, la dipendenza da nicotina continui a rappresentare una sfida sanitaria e culturale di primo piano.
Il profilo del fumatore medio italiano è cambiato negli ultimi decenni. Oggi si fuma di meno, ma in modo più frammentato: molti alternano sigarette tradizionali a dispositivi elettronici o a tabacco riscaldato. In particolare, la diffusione delle e-cig e delle “heat-not-burn” ha modificato le abitudini di consumo, specialmente tra i giovani adulti, attratti dalla percezione di un minor rischio per la salute — un’idea tuttavia non pienamente confermata dagli esperti.
Le differenze di genere restano evidenti: fumano più gli uomini (circa il 30%) rispetto alle donne (poco meno del 20%), anche se negli ultimi anni la forbice si è ridotta. Preoccupante, invece, il dato sull’età: l’età media del primo contatto con il fumo è scesa intorno ai 16 anni, con molti adolescenti che iniziano per emulazione o curiosità, sottovalutando i rischi a lungo termine.

Sul fronte sanitario, le conseguenze del fumo continuano a pesare enormemente. In Italia il tabagismo è responsabile ogni anno di oltre 70.000 decessi, principalmente per neoplasie, patologie cardiovascolari e respiratorie. Numeri che testimoniano l’urgenza di politiche di prevenzione ancora più incisive, sia a livello educativo che normativo.
Brutta sorpresa in arrivo per i fumatori italiani: secondo le ultime indiscrezioni, il prezzo delle sigarette è destinato a subire un aumento record, il più alto degli ultimi anni. Di che cifra parliamo? Scopriamolo nella pagina successiva.