Dopo l’eliminazione della nazionale italiana di pallanuoto ai quarti di finale contro l’Ungheria, una nuova speranza si è accesa per gli azzurri: la possibilità di una ripetizione della partita. Questa opzione, sebbene senza precedenti nella storia delle Olimpiadi, è stata discussa dopo che l’Italia ha presentato un ricorso contro le decisioni arbitrali, in particolare l’espulsione di Francesco Condemi, giudicata eccessiva e ingiustificata.
Il ricorso, esaminato dal jury della World Athletics, ha visto la partecipazione di figure chiave come il vicepresidente della FIN, Giuseppe Marotta, e il direttore tecnico Fabio Conti. La decisione controversa ha suscitato forti polemiche, con il presidente della FIN, Paolo Barelli, che ha definito l’arbitraggio “scandaloso” e ha criticato l’uso del VAR per non aver garantito certezze durante la gara.
L’espulsione di Condemi, che ha portato alla concessione di un rigore agli avversari e all’annullamento di un gol del 3-3, è stata al centro delle contestazioni. Nonostante il primo ricorso sia stato respinto, i dirigenti italiani hanno continuato a lottare, ritenendo che l’errore abbia influenzato pesantemente l’esito del match.
Il ct Sandro Campagna ha espresso la sua amarezza per la situazione, sottolineando che l’espulsione e l’influenza dell’arbitro hanno compromesso una prestazione altrimenti straordinaria. “Non voglio pensare alla malafede. Scientificamente è impossibile il gioco violento quando un giocatore tira. È impossibile perché tu stai tirando, sei concentrato, compi il gesto e non puoi colpire l’avversario. È stata una decisione inaccettabile... “, ha detto il ct.
Sebbene la ripetizione della gara rimanesse una possibilità remota, la squadra e i suoi sostenitori hanno continuato a sperare in una decisione che potesse restituire giustizia per l’errore commesso. Ora la decisione è stata presa: la partita non si ripeterà.