Si pulisce le orecchie con i cotton fioc, quello che succede ha dell’incredibile (1 / 2)

Si pulisce le orecchie con i cotton fioc, quello che succede ha dell’incredibile

I cotton fioc sono presenti nei bagni di tutti gli italiani. Una vera e propria moda inarrestabile; un autentico piacere quello di pulirsi le orecchie dopo aver fatto una bella doccia.

Il loro utilizzo è entrato nella routine e difficilmente, una volta aver preso l’abitudine di lasciarsi “coccolare” da un cotton fioc, è difficile riuscire a smettere perché sfottersi le orecchie con questi bastoncini genera una sensazione di piacere viscerale, liberando dopamina.

Ma dove e come è nata questa moda? Dobbiamo andare di parecchio indietro con gli anni, esattamente al 1923, quando, a New York, un polacco di origine ebrea, naturalizzato statunitense, di nome Leo Gerstenzang ha brevettato i Q-tips, dove la consonante Q sta per quality.

Si trattava degli antenati di quelli che, oggi, conosciamo con il nome più dolce di cotton fioc, costituiti da stuzzicadenti di legno e rivestiti, solo da una parte, con cotone idrofilo. A primo impatto, più simili a fiammiferi, insomma.

La loro funzione? Pulire in profondità i pertugi auditivi dei bambini e degli adulti. Ma come per le sigarette, anche in questo caso, i pericoli, vengono ignorati. Nonostante le raccomandazioni di usare i cotton fioc solo
per “la pulizia della superficie esterna dell’orecchio”, avvertendo che “Inserire il cotton fioc nel canale auditivo può essere dannoso”, i consumatori più accaniti non se ne importano nulla, con conseguenze, molte volte, davvero terribili.