Moussa Sangare ha confessato il delitto di Sharon Verzeni. Nel corso della conferenza stampa della procura di Bergamo, che ha annunciato il fermo dell’uomo, è emerso che era indagato per maltrattamenti in famiglia , per aver minacciato la madre e la sorella con un coltello.
La famiglia lo aveva denunciato tre volte e la sorella di Moussa, Awa Sangare, intervistata dal Corriere, ha dichiarato di aver avuto paura di non sopravvivere neanche lei, dato che il fratello ha provato a toglierle la vita, quindi quello che ha fatto a Sharon poteva succedere anche a lei.
La 24enne Awa Sangare, studentessa di Ingegneria a Bergamo, ha aggiunto:” È stata un’escalation. Io e mia madre Kadiatou abbiamo fatto di tutto per aiutarlo. Non volevamo credere a quello che ha confessato. Con mamma siamo in lacrime. Forse però se ci avessero ascoltate Sharon sarebbe ancora viva. Il nostro pensiero va a lei e alla sua famiglia”.
Tre le volte in cui la sorella e la madre hanno denunciato Moussa, con l’obiettivo di aiutarlo a liberarsi dalla dipendenza ma è stato loro risposto che doveva essere lui a presentarsi volontariamente; cosa che non è successa. I familiari e i conoscenti sono tutti dello stesso pare: quello che il 31enne era cambiato dopo il suo ritorno dall’ America e dall’ Inghilterra, dove si è recato col sogno di fare il rapper, e in cui ha lavorato come cameriere. Nel 2019 aveva usato droghe sintetiche, diventando violento, irriconoscibile.
Nell’aprile 2023, la madre ha avuto in ictus e da allora tutto è degenerato in quanto Moussa voleva i soldi ed è quasi arrivato a sfondare una porta. Dopo tre mesi ha incendiato la cucina, sino alle minacce con parole forti , di far fuori la sorella, buttandole oggetti addosso. A quel punto la sorella e la madre hanno chiesto aiuto ai servizi sociali e al sindaco ma si sono sentite sole. Il 9 maggio scorso, mentre Awa era in cucina, con le cuffie per ascoltare la musica, il fratello l’ha presa alle spalle, puntandole un coltello addosso…. ma questo, a ben vedere, non è ciò che è accaduto alla povera Sharon, sorpresa mentre, con le cuffie alle orecchie, stava passeggiando, sino al suo delitto? Nei confronti della sorella e della madre è scattato il codice rosso e l’allontanamento, sino alla scoperta dell’occupazione della casa al piano terra. La ragazza ha chiosato al Corriere: “ Non è stato fatto nulla. Forse un accertamento sanitario andava richiesto. Nessuno si è presentato, nessuno ha controllato”. Il delitto di Sharon si sarebbe potuto evitare se la sua richiesta di aiuto fosse stata ascoltata? Questa la domanda che in tanti si pongono.