Mentre si continua ad indagare senza sosta sul caso Verzeni che, ad oggi è davvero intricato, un vero e proprio rebus per gli stessi inquirenti, l’ipotesi dello squilibrato che ha agito per caso non convince particolarmente. Intanto quel che è certo è che il fidanzato della donna cui è stata tolta la vita, Sergio Ruocco, fa avanti e indietro dalla caserma dei carabinieri.
Quando l’ambulanza, alle 00:52 di quella maledetta notte, ha soccorso Sharon, lei prima di spirare ha detto: “Mi ha accoltellato”. Ha parlato al singolare, lasciando intendere che una sola persona le abbia fatto del male ma, ad oggi, non si sa quale sia la sua identità.
Ruocco, il compagno della Verzeni, non è indagato ma, come dicevamo, è spesso in caserma sia per “formalità” sia per ulteriori accertamenti ma lui continua a ribadire di non aver bisogno di un avvocato.
I motivi per cui Ruocco viene spesso ascoltato dai carabinieri sono legati al fatto che per 13 anni è stato il compagno della donna, conoscendola perfettamente, sia perché potrebbe dare informazioni utili per risolvere il caso. Gli inquirenti, però, sono cauti nel dargli la completa innocenza. Dai frame, estrapolati dalle telecamere di sorveglianza della casa di via Merelli, in cui Sharon e Ruocco convivevano e da cui la donna è uscita per la sua passeggiata, è emerso che il 37enne non è uscito quando Sharon è andata a camminare a mezzanotte, ma non ci sono testimoni che attestino con certezza che lui si trovasse in casa e non è escluso che possa essere uscito.
Ascoltando diversi testimoni, i carabinieri hanno scoperto che la storia tra Sharon e Sergio non era idilliaca e che qualcosa potrebbe essersi rotto tra i due, a causa di qualche difficoltà. Al momento nessuna pista è esclusa e tutto viene scandagliato a 360 gradi per far luce sulla vicenda.