Sgarbi, la confessione choc sul patrimonio: a quanto ammonta e a chi andrĂ  (2 / 2)

Vittorio Sgarbi è tornato a parlare di sé dopo mesi difficili, ammettendo al Corriere della Sera di aver vissuto una fase di profonda depressione. La sua riapparizione pubblica al seggio elettorale di San Severino, dove ha la residenza, ha colpito l’opinione pubblica: magro, segnato e privo dei suoi celebri occhiali.

Nell’intervista, Sgarbi ha spiegato che la causa del suo crollo non è stata la sconfitta elettorale alle Europee, come molti hanno ipotizzato, ma la fine della sua esperienza di governo. Dopo le dimissioni da sottosegretario alla Cultura, ha detto di essersi sentito vittima di una “ingiustizia assoluta”, riconosciuta soltanto da pochi, perfino all’interno del suo stesso partito.

Da lì sarebbe iniziata una spirale negativa: la perdita di entusiasmo, l’assenza di desideri e persino il rifiuto del cibo. La situazione familiare non lo ha aiutato. Dei suoi tre figli, Evelina ha addirittura richiesto la sua interdizione, scelta che Sgarbi definisce incomprensibile. Di contro, la figlia Alba ha preso le sue difese, mostrando grande vicinanza, mentre Carlo ha preferito non schierarsi.

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Nella stessa intervista, il critico ha fatto una rivelazione sorprendente sul suo patrimonio artistico. La sua collezione personale, composta da circa cinquecento opere, non sarà trasmessa ai figli. Sgarbi ha infatti deciso di destinare tutti i quadri alla Fondazione Cavallini-Sgarbi, privandosene formalmente. “Non sono più miei – ha spiegato – appartengono all’Italia, non possono uscire dal Paese né essere venduti singolarmente”.

Una scelta che lega indissolubilmente il suo nome alla tutela del patrimonio culturale nazionale. Infine, Sgarbi ha voluto ringraziare il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, per averlo aiutato a riscoprire i valori fondamentali della vita.