La morte se l’è portato via, strappandolo improvvisamente e prepotentemente a tutti coloro che lo hanno adorato, eppure nessuno riesce a credere che se ne sia andato per davvero. E ‘ come se Maurizio Costanzo, un uomo versatile, poliedrico, che ha rappresentato la politica, la cronaca, il teatro, lo spettacolo, vivesse ancora, dato che tutti i suoi insegnamenti, i suoi lungimiranti consigli sono insiti in tantissimi che ha scoperto.
Ha seminato eredi ovunque, su La7, su Rete 4, sulla Rai ed il ricordo struggente di quanto grande sia stato Maurizio è insito nelle parole del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, intervistato telefonicamente da Libero Quotidiano. Sgarbi è considerato una creature di Costanzo, in quanto è divenuto famoso proprio all’interno del salotto televisivo del Maurizio Costanzo Show, per decenni in onda su Canale 5.
Sin da quando la notizia del decesso di Costanzo ha raggiunto le principali testate, si sono fatte sentire le prime parole pronunciate da Sgarbi, puntualmente riprese sulle agenzie stampa. Senza giri di parole, con la solita schiettezza che lo ha sempre contraddistinto, Vittorio ha dichiarato: “È terribile, è morto nostro padre, tuo padre, mio padre, l’inventore della nostra tv”. Raggiunto da Libero Quotidiano, a distanza di più ore dalla dipartita, il critico d’arte ha dichiarato: “Stiamo parlando di una morte apparente”, “Qualcosa che ha a che fare con l’arte”.
A pensarci bene , non è un caso che Maurizio abbia scelto il palcoscenico del teatro Parioli di Roma come “studio” in cui dar vita alle puntata del Maurizio Costanzo Show, raccogliendo artisti, esperienze, storie, aneddoti come solo lui sapeva fare. “Non muore uno che come lui ha inventato un genere”, ha aggiunto Vittorio Sgarbi, precisando: “Un genere che parte dall’informazione, la porta in un teatro dove l’informazione diventa così finzione per essere proiettata in televisione. Ha creato un modo per far interagire la realtà che lui raccontava con la vita di tutti. I suoi personaggi sono personaggi in cerca d’autore dei quali lui capisce il talento e vuole che abbiano successo perché il successo di quei personaggi, anche il mio, diventa il successo suo. Costanzo, infatti, sa come riuscire a non compiacersi delle sue capacità, rallegrandosi però per la riuscita dell’impresa. Perché lui è stato anche un grande impresario. È stato capace di scoprire, proprio come farebbe un critico d’arte, delle persone fino ad allora sconosciute”.
Non tutto è andato rose e fiori nel rapporto tra Vittorio e Maurizio. Sgarbi, difatti, ricorda il 1987 come l’anno in cui Costanzo si arrabbiò con lui che gli contestò il suo metodo che gli sembrava troppo aperto a casi non eccezionali. Come tra un padre e un figlio, i momenti di screzio, di scontro e confronto capitano. Eppure Maurizio ha voluto Vittorio sempre sul palcoscenico del Parioli. Sgarbi, difatti, nell’intervista a Libero Quotidiano, ha aggiunto: “Lui era contento di quello che accadeva. Anche perché con me accadeva sempre qualcosa. Era un modo perché la sua televisione non apparisse come una fotocopia o una telecronaca ma come il luogo dove si affermavano forze impreviste e nuove”. Davvero un toccante ricordo, il suo, del grande Maurizio.