Sebastiano Visintin si trova a Rimini per le vacanze pasquali ed è stato raggiunto e intervistato da Ore 14, il programma di Rai 2, al quale ha dichiarato: “Sono sereno e tranquillo. Darò delle risposte alla Procura, come spero facciano anche altre persone”.
Visintin ha rotto il silenzio, la prima volta dopo la ricezione di un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sul delitto della moglie, dinnanzi ai riflettori di una trasmissione così seguita, che ha sempre lasciato spazio agli sviluppi sul giallo della Resinovich.
L’uomo ha raccontato che da tre anni viene a Rimini, un posto che Liliana amava, ma non nel quale non è mai riuscito a portarcela, aggiungendo: “Il 26 aprile sarebbe stato il suo compleanno. Lo vivrò per conto mio, pensando a lei, ai viaggi che non abbiamo fatto. Mi manca davvero tanto”.
Visintin ha parlato del legame profondo che lo univa alla moglie: “Mi porto sempre qualcosa di Liliana con me. La sento vicina, come se fosse qui. A volte le parlo anche. Quando vedo questi luoghi, penso: “guarda, purtroppo non sei riuscita a vederli, li vedo io per te”.
Per lui, l’iscrizione nel registro degli indagati è un modo per chiarire, chiosando: “Insieme ai miei avvocati, Alice e Paolo Bevilacqua, al dottor Barisani e al generale Garofalo, abbiamo cominciato a esaminare la situazione. Il mio legale si sta già muovendo per ottenere tutta la documentazione dalla Procura. Io voglio essere sentito, chiarire, rispondere. Se ci sono dei dubbi, è giusto affrontarli”. Queste le sue ultime parole: “Continuerò la mia vita, sempre con il pensiero fisso a Liliana. L’iscrizione tra gli indagati è un’occasione per dare risposte. E mi auguro che anche altre persone vengano ascoltate. Ognuno deve rispondere di ciò che ha detto, prima, durante e dopo”.