Sebastiano in procura, la scoperta dentro la casa del marito di Liliana Resinovich (2 / 2)

Dalla stampa locale, che riprende alcune indiscrezioni lanciate nel corso della trasmissione Quarto Grado, il 72enne Sebastiano Visintin, marito di Liliana, è stato ascoltato in Procura a Trieste, previa convocazione, il 28 novembre.  Sebastiano ha da sempre attirato l’attenzione dei telespettatori. Di quest’uomo sappiamo che è un ex fotoreporter di cronaca nera. Dopo essersene andato in pensione, ha fatto della sua passione una professione, affilando, nel suo laboratorio di Settefontane, lame e coltelli che supermercati e pescherie li portano. Un modo per contribuire ai bilanci familiari, il suo.

Bene, Visintin è stato convocato in procura, dove gli sono state poste delle domande che avrebbero dovuto chiarire la presenza, nella casa in cui l’uomo viveva con la moglie deceduta, di un gomitolo, collocato in un cassetto. Premesso che in questi casi il condizionale è d’obbligo e che occorre andare assolutamente con i piedi di piombo, potrebbe trattarsi di un filato simile al cordino che era legato attorno al collo di Liliana.

Nel servizio, è stato aggiunto che questo gomitolo, che sarebbe stato consegnato agli investigatori proprio da Visintin. Quello che sarebbe dovuto rimanere un semplice chiarimento, si è diffuso fuori dalle mura della Procura e questo ovviamente ha irritato chi in essa ci lavora, occupandosi del caso. In un’intervista rilascata a Telequattro, lo stesso fotografo, marito della Resinovich,  ha dichiarato apertamente di essere sconvolto per le riprese che Quarto Grado ha girato all’entrata e all’uscita del tribunale.

Per onor e per dovere di cronaca, Sebastiano non è mai stato indagato e, ad oggi, non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati anche se, essendo il marito della vittima, è stato oggetto di interesse da parte degli inquirenti che si stanno occupando di risolvere quello che, ad oggi, è per molti aspetti ancora un giallo. Lo scorso agosto, Visintin, ai microfoni di Adnkronos, aveva dichiarato che non avrebbe mai potuto far del male alla sua Lilly, convinto che ci sia qualcuno che nasconde qualcosa.

I consulenti della Procura di Trieste ritengono che Liliana abbia compiuto il gesto estremo, mentre il fratello della donna e l’avvocato Nicodemo Gentile dell’Associazione Penelope sono di un’opinione completamente diversa; quella che forse qualcuno abbia potuto farle del male. Ad oggi, tanti, troppi dubbi, ruotano dietro questa scomparsa, culminata nel ritrovamento di un corpo che non si sa dove sia rimasto per 3 settimane, dal 14 dicembre 2021 al 5 gennaio 2022. Se qualcuno sa o ha visto qualcosa, è il momento che parli.