Purtroppo il tempo sta passando e quel 10 giugno sembra lontanissimo, senza che della piccola bimba peruviana si sappia ancora nulla. Ci sono due genitori disperati, che da allora non smettono di chiedersi che fine abbia fatto la loro piccola. Chi è dotato di empatia e riesce ad immedesimarsi nell’incubo che stanno vivendo sin da giugno, capiscono perfettamente quanto lo scorrere dei giorni e poi dei mesi, remi contro. Poco fa è stata la mamma di Kata, Katherine Alvarez a rompere il silenzio, dichiarando: “I carabinieri non la cerchino solo nell’ex Astor, ma anche nei palazzi vicini”.
Lei e il papà di Kata, Miguel hanno convocato cronisti e telecamere in piazza della Piccola, a pochi metri dall’ex hotel Astor, ribattezzato dalla cronaca come il palazzo dei misteri, in quanto è da lì che ha avuto inizio il giallo di Kata. Non da soli, ma affiancati dai loro avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, e dai loro consulenti, l’ex generale del Ris Luciano Garofano e la criminologa Stefania Sartorini, hanno deciso di fare un annuncio molto importante che, in men che non si dica, è rimbalzato sulle principali testate che stanno seguendo il caso.
La donna, disperata, ha tuonato: “Chi abitava all’Astor sa cosa è successo quel pomeriggio e allora parli. Non vogliamo che la vicenda finisca come quella della povera Denise Pipitone. Finora non è stato fatto abbastanza per cercare nostra figlia. La Procura segua ogni pista: dal rapimento finalizzato al traffico di organi all’errore di persona, ma ci fornisca risposte”.
Katherine Alvarez, mamma di Kata, nonché colei che quel maledetto 10 giugno, rientrata da lavoro, non l’ha più trovata, iniziandola a cercare nello stabile di via Maragliano, invano, è convinta che la piccola vada cercata anche nei palazzi tra via Monteverdi, via Boccherini e via Maragliano e, proprio per questo motivo, si è fatta coraggio, facendo questo struggente appello; l’ultimo in ordine di tempo, affinché sua figlia venga cercata anche lì.
La Alvarez è convinta che sua figlia sia stata portata sul retro dell’ex hotel, e fatta uscire attraverso i garage che si affacciano via Monteverdi. Difatti, a supporto di questo suo pensiero, ha aggiunto: “Lì non ci sono telecamere. Voglio sapere dov’è mia figlia, cerchino anche in quei posti, ma non abbandonino le ricerche”. Ovviamente continueremo a tenervi aggiornati.