Scomparsa di Beatrice Bellucci, la scoperta da sconcertante sul cellulare (2 / 2)

 

 La vicenda che vede protagonista la giovane Beatrice Bellucci continua a far discutere e a sollevare interrogativi sul ruolo dei social network e sull’uso degli smartphone in situazioni di rischio. Gli inquirenti, impegnati da giorni nella ricostruzione della dinamica, stanno concentrando la loro attenzione su alcune immagini e brevi filmati presenti nei cellulari dei ragazzi coinvolti, che potrebbero rivelarsi determinanti per comprendere gli ultimi istanti prima del tragico impatto. Si tratterebbe, secondo le prime ipotesi, di contenuti destinati a piattaforme social, realizzati probabilmente durante il viaggio e capaci di restituire un quadro più chiaro dell’atmosfera a bordo delle vetture e delle azioni compiute poco prima dello schianto.

Le autorità, che hanno ricevuto la piena collaborazione dei due giovani coinvolti, hanno già acquisito i dispositivi e i relativi codici di accesso, così da poter analizzare ogni dato utile alle indagini. Tra i materiali esaminati rientrano non solo i video, ma anche messaggi, chiamate e geolocalizzazioni, elementi che potrebbero contribuire a ricostruire con precisione la sequenza temporale degli eventi.

La Polizia Locale di Roma Capitale sta inoltre verificando la possibile presenza di una terza vettura, una macchina grigia partita da Anzio, che potrebbe aver viaggiato in parallelo con la Mini Cooper condotta da Silvia Piancazzo, amica di Beatrice e ora formalmente iscritta nel registro degli indagati per consentire il regolare svolgimento degli accertamenti tecnici.

Sandra Mondaini, il dettaglio sulla lapide che sconvolge i fan Sandra Mondaini, il dettaglio sulla lapide che sconvolge i fan

Parallelamente, all’Istituto di medicina legale del Policlinico Tor Vergata sono stati programmati gli esami medico-legali, alla presenza anche dei consulenti di parte. Si tratta di passaggi fondamentali per chiarire la dinamica e stabilire eventuali responsabilità, mentre la città di Roma continua a interrogarsi sulle cause di questa dolorosa vicenda. Al di là delle analisi tecniche e delle indagini giudiziarie, l’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale e sull’uso dei cellulari durante la guida, un fenomeno che continua a rappresentare una delle principali cause di distrazione al volante.

Le immagini rinvenute sui dispositivi, dunque, non rappresentano soltanto una pista investigativa, ma anche un simbolo della nuova frontiera della comunicazione digitale, in cui la voglia di condividere tutto in tempo reale può trasformarsi in un rischio concreto. La speranza è che da questa indagine emergano non solo risposte chiare per le famiglie coinvolte, ma anche un messaggio di responsabilità collettiva, affinché l’attenzione alla vita reale prevalga sempre sulla ricerca di visibilità online.