
Nel momento dell’impatto tra il Suv Lamborghini e la Smart guidata dalla madre 29enne del povero Manuel Proietti, l’auto guidata da Matteo Di Pietro, che ha travolto il bimbo di 5 anni, viaggiava a oltre 124 chilometri. orari, ossia a una velocità ben superiore al limite consentito su quella strada, come riportato su fanpage.it, uno dei siti che si sta occupando della triste vicenda di Casal Palocco.
Il gip, nell’ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per il ventenne, fondatore del canale Youtube The Borderline, ha messo per iscritto che il Suv, noleggiato dai The Bordeline ha raggiunto 124 chilometri all’ora in 14 secondi. ll gip Angela Gerardi ja precisato che dal gps dell’auto sportiva emerge che la Lamborghini percorreva via dei Pescatori ed era diretta in via Macchia Saponara. a una velocità di circa 145 chilometri all’ora.
Nell’ordinanza si legge: “Quando l’auto sportiva guidata da Di Pietro, ha svoltato su via di Macchia Saponara, alle ore 15.38, il gps si è fermato. Su questa via la macchina ha ripreso velocità e ha raggiunto in soli 14 secondi i 124 chilometri all’ora subito prima dell’impatto con la Smart” aggiungendo: “L’assenza di tracce di frenata,, dimostra che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell’avvistamento dell’auto in prossimità del punto in cui si è verificato l’incidente”.

Nello stesso provvedimento viene aggiunto che il Suv procedeva a “velocità sostenuta e comunque certamente superiore al limite massimo imposto nei centri urbani, peraltro in pieno giorno e nonostante la presenza di attraversamenti pedonali”. Sappiamo che al leader dei The Bordeline, risultato positivo ai cannabinoidi, il pm non ha contestato nessuna aggravante in merito, dal momento che l’assunzione potrebbe risalire a diversi giorni prima dei fatti.
Eppure, proprio su questo punto, l’ordinanza aggiunge: “rimarca ulteriormente un tratto trasgressivo dell’indole dell’indagato, che conferma il quadro sopra delineato. Si rende dunque indispensabile l’adozione di una misura cautelare che sia adeguata a fronteggiare tale pericolo di reiterazione”. La posizione di Matteo Di Pietro si complica e di tanto.