Scanzi choc contro Giorgia Meloni: "È una cac… (2 / 2)

Durante un comizio a Napoli, Giorgia Meloni ha chiuso il suo intervento saltellando sul palco, accompagnata da una folla che intonava a gran voce il coro “Chi non salta è comunista”. Una scena che ha suscitato reazioni forti, trasformando un momento energico da stadio in oggetto di dure polemiche politiche.

Secondo Meloni, la sinistra ha messo in piedi “un caso” eccessivo, nonostante gesti simili di tifoseria vengano almeno in parte ignorati quando vengono da gruppi opposti. Tra i critici più accesi figura Sandro Ruotolo, che ha denunciato la chiusura del comizio come la prova di una “gita da fascistelli”.

Anche Andrea Scanzi è intervenuto via social con toni duri, descrivendo Meloni come una figura che, saltellando sul palco, dà “l’illusione di essere popolare e autentica“.  Ma la premier non sembra minimamente scalfita dalle accuse: secondo lei, più viene criticata per questi comportamenti da palco (“fare la caciottara”, nell’accezione colorita usata da Scanzi), più guadagna consensi presso il suo elettorato perché appare genuina, “ruspante” e vicina alla gente.

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In realtà, la polemica va oltre un semplice coro elettorale. Gli avversari di Meloni affermano che il linguaggio usato nel comizio si avvicini a simbologie politiche estreme, richiamando il passato. Da parte sua, la presidente del Consiglio respinge queste letture come strumentalizzazioni: per lei, denunciare l’accusa non significa solo difendere la propria immagine, ma ribadire che il suo modo di fare politica è autentico e radicato nel suo elettorato.

La tensione pubblica resta alta, con la premier che rilancia il proprio stile come elemento di forza. E mentre gli avversari cercano di dipingerla come un fenomeno televisivo colorito, Meloni ribadisce che quelle stesse “mosse da palco” la rendono ancora più osannata e popolare tra chi già la sostiene.