E’ stata aperta la camera ardente di Sara Campanella, la studentessa 22enne cui Stefano Argentino ha tolto la vita il 31 marzo. La salma della ragazza, originaria di Misilmeri, è tornata a casa, nel pomeriggio di sabato 5 aprile.
Oggi, lunedì 7 aprile, invece, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, celebrerà i funerali, nella chiesa San Giovanni Battista, in cui verrà dato l’ultimo saluto alla ragazza, raggiunta da diversi fendenti che non le hanno lasciato scampo, inferti dal reo confesso Argentino, suo compagno universitario.
E’ un giorno straziante per i genitori, per i familiari della povera Sara e per tutti noi, questo. Nel giorno del suo addio terreno, verrà proclamato il lutto non solo in tutti i Comuni della Città metropolitana di Palermo ma anche a Messina.
Proprio in segno di condivisione del lutto, in segno di cordoglio e partecipazione, si è decisa la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche previste e le bandiere comunali saranno esposte a mezz’asta negli edifici pubblici e tutta la cittadinanza è invitata ad osservare alle 11 un minuto di silenzio.
Questo, naturalmente, viene fatto in segno di rispetto e vicinanza alla famiglia di Sara Campanella, invitandoci tutti, a riflettere sulla piaga dei femminicidi in Italia, una delle più difficili da debellare, alla luce della mattanza che la cronaca ci mette dinnanzi agli occhi. A Palermo e Catania, ad esempio, si sono tenuti momenti di preghiera, la fiaccolata organizzata dall’università, delle manifestazioni contro la violenza sulle donne. Quanto accaduto alla povera Sara non è un fenomeno isolato ma indicativo di un’emergenza che non può e non deve essere ignorata dalle autorità. Denunciare è il primo passo, in assoluto, per evitare che la situazione peggiori, prendendo una piega, il più delle volte, irreversibile non dimentichiamocelo.