Ha dominato dall’inizio alla fine il Festival, con una canzone azzeccata e con delle esibizioni a dir poco perfette. Marco Mengoni è il vincitore della 73esima edizione del Festival di Sanremo con la sua Due Vite. Secondo posto per Lazza con Cenere, terzo, invece, Mr. Rain con Supereroi. A Colapesce Dimartino è andato sia il Premio della critica “Mia Martini”, sia quello della Sala Stampa “Lucio Dalla”. La terza volta sul palco dell’Ariston, per Marco Mengoni. La prima, nel 2010, con Credimi ancora, classificandosi terzo, la seconda, nel 2013, vincendo il Festival con “L’essenziale”. Stavolta, la terza, dopo la vittoria nella serata delle cover, Marco Mengoni il Festival di Sanremo lo ha vinto nuovamente, con Due vite.
Due Vite ha immediatamente conquistato il parere dei giornalisti. Il brano è entrato dritto nel cuore dei telespettatori, del pubblico dell’Ariston, di coloro che lo hanno sentito in radio mentre si recavano al lavoro… di tutti, insomma. Merito del significato profondo del pezzo, scritto dall’artista con Davide Petrella e Davide Simonetta; merito dell’ inconfondibile talento di Marco Mengoni, che è riuscito ad essere sempre fedele a sé stesso. Numeri impressionanti, quelli che, a sole 48 ore dal lancio del pezzo in radio, sono l’ennesima conferma di quanto Marco Mengoni sia amato e di quanto il suo Esercito e, più in generale, il pubblico, lo ami. Una vittoria strameritata, permettetemi di dirlo, quella dell‘artista di Ronciglione che si emoziona ancora come se fosse la sua prima volta e che non smette di emozionare.
Tutto il suo comune, Ronciglione, in provincia di Viterbo, si è radunato per seguirlo dinnanzi al maxischermo del paesino natio e quando è stata proclamata la sua vittoria, i suoi concittadini sono balzati dalle sedie, urlando di gioia… perché la gioia si fa collettiva, si condivide, quando a vincere è uno come Marco Mengoni .Due vite “parla dell’intreccio di due persone, raccontato attraverso un susseguirsi di scene di vita quotidiana di coppia; parla di rapporti, mettendo al centro la relazione più intima, quella con se stessi” .Questi i termini con cui l’artista ha descritto il significato del suo brano.
Marco Mengoni non ci ha delusi, confermando il suo talento vocale, autoriale e artistico. Il brano presentato conferma esattamente quanto lui sia, da più di un decennio, la stella più luminosa del pop melodico italiano, unito all’innovazione di sound giovanili e orecchiabili. Marco è stato capace di raccontare l’amore con delicatezza e sincerità e lo ha fatto con la dolcezza che lo ha sempre contraddistinto, facendo venire la pelle d’oca a chiunque ma, in primis, a se stesso. In fin dei conti, perché guardiamo il Festival di Sanremo? Lo facciamo perché cerchiamo di identificarci nelle parole dell’artista, che magari riesce a tramutare in musica quello che noi abbiamo sempre tenuto dentro, che non abbiamo avuto il coraggio o la forza di dire, di esprimere.
Quell’intreccio di vite di cui Marco Mengoni parla, non è infondo, la nostra ricerca dell’amore salvifico? Dell’amore capace di salvarci e di continuare a salvarci? E’ il concetto di amore, capace di superare, solo contando su se stesso, le peggiori avversità e gli ostacoli che la vita ci frappone. Due vite parla di una coppia che riesce ad intrecciare quotidianità e singolarità, per diventare qualcosa di più grande; un invito a vivere con intensità quel che nella vita ci capita, cogliendo l’amore in tutte le sue sfaccettature. E direi che Marco è riuscito perfettamente nel suo intento! Complimenti per la vittoria!!!