Oggi, 6 dicembre, a Islamabad non ci sarà nessuna udienza per Shabbar Abbas, padre di Saman. L’uomo sarebbe dovuto comparire dinnanzi al giudice ma l’udienza prevista in data odierna è stata annullata in quanto il giudice era in licenza. Un funzionario del tribunale ha dichiarato all’Ansa che la data della prossima udienza sarà comunicata in seguito.
Ricordiamo che sia Shabbar che sua moglie Nazia Shaheen erano latitanti, fino alla cattura dell’uomo, avvenuta nella provincia del Punjab, il mese scorso. La Shaheen, invece, non si sa ancora che fine abbia fatto. Shabbar, il 24 novembre, ha fatto delle clamorose dichiarazioni dinnanzi al giudice istruttore: quelle che la figlia 18enne è viva e che si trova in Belgio.
Ma a che punto è l’autopsia? Ad oggi, non abbiamo notizie dell’esame autoptico che si sarebbe dovuto svolgere, sui resti ritrovati nei pressi del casolare, la scorsa settimana. Le analisi sono state sospese causa Covid. Lo stesso avvocato dell’Associazione Penelope, Barbara Iannuccelli, che si è costituita parte civile nel processo che parte a febbraio, ai microfoni di Fanpage.it, ha dichiarato: “l’ispezione cadaverica esterna è stata bloccata per causa Covid. Avevamo appuntamento per l’autopsia, ma ora stiamo attendendo una nuova data per iniziare le analisi”.
L’avvocato ha aggiunto che “ci sono pochi dubbi che quei resti appartengano proprio a Saman”. L’autopsia rappresenta la prova del nove, la svolta, in un modo o nell’altro di un caso che ha tenuto incollati allo schermo milioni di italiani, per l’inevitabile clamore mediatico di un omicidio così efferato, con occultamento di cadavere.
Il procuratore capo di Reggio Emilia Calogero Gaetano Paci, al termine delle operazioni di recupero del corpo, aveva affermato che il corpo era stato recuperato integro, aggiungendo che il contesto in cui il corpo è stato ritrovato e anche qualche elemento peculiare già consentivano di formulare una probabilità di identificazione, ma la prova regina è quella del Dna.