Saman Abbas, è appena arrivato l’esito dell’autopsia: una morte atroce (2 / 2)

A partire dal primo pomeriggio di ieri, venerdì 9 dicembre, l’esame autoptico, diretto dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo è iniziato, alla presenza dei periti, della procura e delle parti civili, tra cui l’Associazione Penelope e Ucoii. Davvero fortissime le parole pronunciate dal legale dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia Riziero Angeletti, come riportato dal Corriere della Sera. L’avvocato ha spiegato che la morte di Saman è “avvenuta con modalità atroci”.

Va ribadito, prima di proseguire, che manca ancora la conferma del Dna, anche se non ci sono dubbi che quel cadavere, fatto ritrovare il 20 novembre proprio da Hasnain, sia quello della povera Saman. Barbara Iannuccelli, parte civile con l’associazione Penelope ha dichiarato, infatti che: “ciondoli portafortuna, orecchini, collanine e anche i jeans tagliuzzati sono gli stessi che lei aveva mostrato in un video su Tik Tok”. Il suo account era quello di italiangirl, e la 18enne pachistana camminava felice e libera per Bologna. Dovrà essere comunque accertato, attraverso esami istologici, se la ragazza sia stata sgozzata con l’arma da taglio o se, addirittura, abbia subito questa inaudita violenza dopo essere stata uccisa.

“Da questo primo esame, sua pure parziale ma importante, ne deriva la considerazione che l’uccisione della ragazza non sia avvenuta come immaginato sino a oggi”. Queste le prima parole dopo l’autopsia eseguita presso il laboratorio Labanof di Milano, anche se siamo ancora all’inizio, dato che tutti i vestiti della vittima, assieme agli oggetti rinvenuti nel corso delle complesse operazioni di scavo nel casolare, volte al recupero del corpo, dovranno essere attentamente analizzati, mentre il 17 febbraio 2023 ci sarà l’udienza sull’esito degli esami medico-legali.

Cosa è accaduto dopo l’oimicidio? In un ‘informativa girata dalla polizia penitenzaria all’Arma e finito agli atti, Ijaz, in un momento di sconforto, avrebbe condfidato che i partecipanti, dopo aver ucciso Saman, si sarebbero sbarazzati dei loro indumenti, bruciandoli nelle stufe a legna, presso la casa degli Abbas o in quella di Hasnain, in modo che gli investigatori non potessero trovare tracce di sangue della 18enne.

Un racconto da brividi, in cui emerge dell’altro: Hasnain e Ijaz avrebbero detto di dover completare la loro missione uccidendo anche il fidanzato della 18enne, Saqib, il 22enne pachistano con cui Saman sognava una vita assieme, che ora vive sotto protezione e che nei giorni successivi al delitto segnalò ai carabinieri la sparizione della sua giovane fidanzata.