Sabrina Misseri, condannata all’ergastolo assieme alla madre per il delitto di Sarah Scazzi, dopo aver appreso che la Cassazione le ha aperto una porticina verso la libertà, si è mostrata con un piccolo sorriso, lasciandosi andare a questa dichiarazione: “Mi sento come Amanda, sono in carcere da innocente. Ma quattro anni qui dentro non resisto” , per poi aggiungere: “La televisione, i giornali, mi hanno fatto illudere anche quando è venuta fuori la sentenza, ma io e mia madre siamo ancora in questa cella. Ora invece vogliamo essere messe in libertà, noi non abbiamo ucciso Sarah”.
Franco Coppi e Nicola Marseglia, i legali difensori della Misseri, chiederanno l‘istanza di scarcerazione per la loro assistita al gup Pompeo Carriere, così come dovrebbe succedere per Cosima ma la procura è inamovibile, convinta che il suo impianto accusatorio sia giusto.
I magistrati ritengono attendibili le deposizioni dei testimoni oculari, come quella del vicino Antonio Petarra, che, all’epoca dei fatti, ha visto Sarah, il giorno del delitto, mentre andava verso la villetta dei Misseri, poco prima delle 14. I pm hanno ricevuto da lui la conferma che la 15enne arrivò a casa della cugina Sabrina alle 14.
Concetta Scazzi, madre di Sarah, non ha accolto bene la decisione della Cassazione. Il legale di Concetta, Walter Biscotti, ha detto: “Sono convinto che la verità su questo caso verrà fuori dal dibattimento nell’aula del processo, in quanto sappiamo che la bambina è entrata viva ed è uscita morta da quella casa in cui tra l’appartamento e il garage c’erano tre persone”.
Sarà la Cassazione a valutare il tutto, quindi se accogliere la richiesta dei difensori di Sabrina, di spostare il processo da Taranto a Potenza, ritenendo che l’ambiente tarantino sia inquinato da pregiudizi, pertanto che non potrebbe garantire un processo equo alla ragazza in cella, condannata all’ergastolo.