Ryan, il bimbo ridotto in fin di vita: l’accusa al padre (2 / 2)

Una settimana fa, la notizia che tutti aspettavamo: il piccolo Ryan è uscito dalla terapia intensiva dell’ospedale Gaslini. La prognosi è stata sciolta e il bimbo ora dovrà fare riabilitazione. Purtroppo, in queste ore, giunge la notizia dell’apertura di una nuova inchiesta che vede coinvolto il padre di Ryan, accusato di stalking dall’ex compagna.

Per dover di cronaca, precisiamo che si tratta di un’indagine che non ha nulla a che fare con la drammatica storia di Ryan, della quale si sta occupando la procura di Imperia che ha deciso di non sottoporre la coppia formata dalla nonna e dal suo compagno agli arresti domiciliari… decisione che ha scatenato reazioni forti nei concittadini.

Riguardo all’inchiesta che lo vede accusato di stalking dalla ex compagna, l’uomo ha voluto fornire la sua versione dei fatti, spiegando da dove tutto sarebbe partito. Queste le sue parole: “In una giornata in cui i miei figli erano stati portati lontano da me dalla mia ex compagna, e non potendo contattarli perché non hanno il telefonino, ho fatto 62 chiamate alla stessa mia ex compagna solo con l’intento di sapere se i miei figli stessero bene”.

Il suo racconto prosegue così: “Sono stato denunciato alle forze dell’ordine come se io fossi uno stalker, quando il mio interesse, allora e sempre, è solo quello di pensare ai miei figli. In seguito sono stato messo agli arresti domiciliari, ho fatto ricorso e mi è stato installato il braccialetto elettronico, mentre veniva verificata la mia posizione. Da allora non ho più avuto contatti con la mia ex. Solo ora ci siamo riavvicinati all’ospedale”. In seguito, nuovamente la precisazione che questa inchiesta non ha nulla a che vedere con quella, in fase d’accertamento, riguardante l’aggressione ai danni del figlioletto Ryan.

La criminologa Roberta Bruzzone, ha rilasciato il suo punto di vista, ritenendo l’aggressione subita da Ryan violentissima e che suo padre stia fortemente soffrendo. La Bruzzone non comprende quale sia la ratio della pubblicazione di informazioni riservate e completamente estranee al caso del piccolo Ryan.  Una scelta, a suo avviso, censurabile, che aggiunge angoscia e dolore ad un caso  di per se gravissimo. La criminologa ha chiosato: “Come tale la considereremo nelle sedi opportune. La signora si è avvicinata per un mese senza problemi al papà di R. da quando è ricoverato. Lei ha sempre sottolineato che non ci sono mai stati gesti di violenza da parte sua. Del resto, se così non fosse non si spiegherebbe come mai consente al padre di stare sempre vicino a suo figlio. Lui è il punto di riferimento anche per i medici”.