La storia di Sebastiano Notarnicola ha dell’incredibile: nato a Milano nel 1977, fu rapito all’età di soli cinque mesi e mezzo da una donna che si finse assistente sociale. Con l’inganno, la donna riuscì a sottrarlo alla madre, Annamaria, con la scusa di acquistare vestiti per il bambino. Da quel momento, Sebastiano venne cresciuto con un’altra identità, convinto di chiamarsi Hermann e di essere il figlio naturale di una coppia che, in realtà, lo aveva adottato illegalmente.
La donna, desiderosa di avere un figlio ma incapace di concepirne uno, orchestrò il tutto senza rivelare nulla neppure al marito. A quest’ultimo fece credere che il bambino fosse nato prematuro e che per mesi fosse stato ricoverato in ospedale. Cresciuto in un ambiente isolato nella Valsassina, in provincia di Lecco, Sebastiano non ebbe documenti né la possibilità di frequentare la scuola.
Nonostante le limitazioni, ricorda quell’infanzia come serena grazie all’affetto dell’uomo che credeva fosse suo padre. La svolta arrivò anni dopo, quando un incendio rase al suolo la casa in cui viveva e Sebastiano venne affidato a un collegio religioso. Fu proprio una sua foto pubblicata su una rivista dell’istituto a cambiare il corso della sua vita: l’immagine arrivò casualmente nelle mani di una cugina del padre biologico in Puglia, che notò subito l’incredibile somiglianza con il nipote scomparso.
Da quel momento iniziarono le ricerche che portarono al ricongiungimento con la sua famiglia biologica all’età di 16 anni. L’incontro con il padre e i fratelli fu un momento carico di emozione, mentre il rapporto con la madre risultò più complesso. Dopo anni di separazione, il loro ricongiungimento fu segnato da difficoltà nel ristabilire il legame madre-figlio.
Sebastiano racconta di essersi sentito diviso tra due mondi, quello della famiglia che lo aveva cresciuto e quello della famiglia biologica che aveva lottato per riaverlo. Oggi, Sebastiano ripercorre la sua storia con lucidità, sottolineando come il DNA abbia confermato ciò che sua madre non aveva mai smesso di credere: suo figlio era vivo.