Rifiutano il bimbo al centro estivo perché i genitori sono… (2 / 2)

Una decisione del Comune di Cesena ha scatenato un acceso dibattito: i figli degli insegnanti sono stati esclusi dai centri estivi per bambini da 0 a 6 anni. Una posizione che ha immediatamente sollevato le proteste del sindacato Gilda degli Insegnanti, che parla di discriminazione verso una categoria già sottoposta a numerosi sacrifici.

La motivazione? Secondo l’Amministrazione, i docenti non sarebbero “effettivamente in servizio” durante il periodo estivo. L’Assessora alla Scuola, Maria Elena Baredi, ha difeso la scelta spiegando che i posti nei centri estivi sono riservati ai figli di genitori che lavorano attivamente nel periodo di riferimento.

“I docenti – ha precisato – durante la sospensione delle lezioni possono essere impegnati solo in attività specifiche, come scrutini o collegi docenti, ma la semplice reperibilità non è considerata attività lavorativa a tutti gli effetti”. L’Assessora ha aggiunto che gli insegnanti che hanno presentato una dichiarazione del dirigente scolastico attestante impegni estivi hanno regolarmente ottenuto l’accesso al servizio.

“Si tratta di criteri oggettivi – ha sottolineato – per garantire risorse a chi ne ha effettiva necessità”. La Gilda degli Insegnanti, però, non ci sta. Il coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana ha definito la decisione “paradossale e ai limiti del ridicolo”, sottolineando come gli insegnanti, anche durante l’estate, siano spesso impegnati in corsi di recupero, esami di maturità o attività di formazione obbligatoria.

“Dire che i docenti ‘tanto a luglio non lavorano’ è uno stereotipo ingiusto – ha affermato Castellana –. Le ferie estive non sono un congedo facoltativo, ma un diritto, come per qualsiasi altro lavoratore”. Il sindacato denuncia una disparità di trattamento. La polemica riaccende il dibattito sulle condizioni del mondo della scuola, spesso accusato di essere trascurato dalle istituzioni.