Richard Gere è uno degli attori più affascinanti in assoluto. L’interprete di American Gigolo, 45 anni dopo, è il protagonista di un film a firma dello stesso regista che lo ha reso una celebrità, Paul Schrader.
Veste i panni di un anziano alla fine dei suoi giorni, senza capelli, duramente provato dalla patologia, dicendo: “Io sto benissimo nei miei 75 anni: per interpretare un 85enne in quelle condizioni ho dovuto studiare molto” e cresce l’attesa per vederlo al cinema, il 16 gennaio 2025.
Oh Canada, questo il titolo del film, racconta la storia di Leonard Fife , interpretato da Gere, un famoso documentarista che, sentendo l che si sta avvicinando la sua ora, decide di raccontare la sua vita, senza filtri, in una lunga intervista concessa ai suoi allievi che così tanto gli vogliono bene.
Gere ha il fascino che aveva ai tempi di American Gigolò, ricordando quel periodo. Queste le sue parole: «A quel tempo avevo qualche anno di esperienza in teatro alle spalle. Paul aveva scritto la sceneggiatura di Taxi Driver e forse anche quella di Toro Scatenato e con noi c’era uno dei costumisti di Visconti. Ricordo che ci guardammo mille volte Il Conformista: volevamo fare un film “alla Bertolucci”. Di quegli anni conservo nella memoria il grande entusiasmo giovanile, che non ho mai perso».
E’ un attore che si sente splendidamente a 75 anni e che ama descriversi così sino a quando tocca un argomento davvero commovente, il lutto peggiore in assoluto, quello legato al padre, venuto a mancare prima delle riprese di Oh, Canada, sua ultima fatica cinematografica, in uscita il 16 gennaio. La star, riguardo a papà scomparso, ha detto: “La sua mente, per quanto avesse mantenuto una grande lucidità, aveva cominciato a perdersi. Una volta, mentre stavamo tornando in macchina dalla sua cittadina natale in Pensilvania, a un certo punto mi disse: “Ti ho mai raccontato di mio figlio Richard?”. Non so chi lui pensasse che io fossi in quel momento, ma si è messo a raccontarmi una storia accurata ma completamente di fantasia. L’ho lasciato parlare, l’ho ascoltato: e ora posso dire che c’è molto di lui in questo personaggio”.