L’obbligo della ricetta elettronica è scattato dal 1° gennaio. Era previsto per il 2025 dalla legge di bilancio approvata lo scorso 28 dicembre. Questo significa che tutte le prescrizioni a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn) devono essere effettuate nel formato digitale, incluse anche le cosiddette “ricette bianche”
La Federfarma ha inviato una circolare ai soci in cui si legge che le prescrizioni cartacee resteranno durante il periodo transitorio in attesa delle indicazioni operative del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Sogei, Ministero della Salute e Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Le ricette elettroniche sono state sperimentate negli anni bui, legati alla pandemia da Covid-19,.
Per evitare i contagi, legati ai pazienti che si ritrovavano in uno studio medico ma anche per semplificare, tramite la dematerializzazione delle comunicazioni sanitarie, il modo di prescrivere i farmaci, la loro introduzione è stata fondamentale mentre da quest’anno si utilizzeranno formati digitali per compilare le ricette “rosse”.
Le modalità elettroniche riguardano anche le ricette “bianche”, ossia le cure a pagamento. La Manovra 2025 si prefigge di “potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico”. Spetta alle Regioni il compito di “assicurare l’attuazione della norma”. Federfarma parla di garantire, però, un periodo di adattamento. “Fino all’espressa decisione da parte delle amministrazioni competenti, le farmacie potranno continuare a erogare i farmaci anche in presenza di ricette cartacee per assicurare la piena continuità del servizio farmaceutico“, quindi il passaggio tra cartaceo e digitale deve avvenire gradualmente.
Dai dati di Federfarma. il 98% dei farmaci viene prescritto, oggi, con ricette dematerializzate ma c’è un problema: quello dell’ impossibilità di risalire al tipo di farmaco da erogare in caso di problemi al Sistema di Accoglienza Centrale (Sac) oppure, per le reti locali, ai Sistemi di Accoglienza Regionali (Sar). Proprio per fronteggiare questi problemi, l’associazione ha proposto un “promemoria” con il nome del farmaco da erogare in via provvisoria, in attesa di chiudere con la ricetta definitiva.