Riccardo deceduto nella buca, il papĂ  indagato dalla Procura (2 / 2)

Il provvedimento, notificato ieri mattina dai carabinieri della Compagnia di Tuscania al Camping California, ha colto l’uomo completamente impreparato. Sconvolto, ha reagito con incredulità, sostenendo ovviamente di non essere stato lui a togliere la vita al figlio.

Solo dopo un lungo confronto con i militari, l’uomo ha compreso le ragioni dell’iniziativa giudiziaria e si è detto pronto a collaborare pienamente: «Voglio sapere cosa è accaduto davvero in quella maledetta buca. Perché Riccardo non ha chiesto aiuto? Ero lì…». Il capo della Procura sottolinea che non si tratta di accanimento.

Sarà un incontro carico di emozioni quello tra il procuratore capo di Civitavecchia, Alberto Liguori, e il padre di Riccardo Boni, il diciassettenne scomparso nei giorni scorsi mentre scavava una buca sulla spiaggia libera per divertire i fratellini. «La prima cosa che farò sarà abbracciarlo», afferma il magistrato, «è un padre distrutto, e merita rispetto. Ma dovrò anche spiegargli perché è stato iscritto nel registro degli indagati».

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La Procura vuole capire se il decesso del ragazzo sia stato causato da un improvviso malore o dalle conseguenze del crollo della sabbia. «Riccardo era minorenne, e la legge impone l’accertamento delle responsabilità genitoriali. L’iscrizione nel registro è un atto tecnico, necessario per consentire accertamenti più approfonditi, tra cui l’autopsia».

L’obiettivo è chiarire ogni aspetto di quanto accaduto, compreso il possibile ruolo del caldo e della fatica. La famiglia, nel frattempo, continua a dividersi tra il campeggio e la casa di Roma. Il camper è ancora lì, nella stessa piazzola, mentre i genitori cercano di proteggere i figli più piccoli — la sorellina di 14 anni e i fratellini di 8 e 5 — dal clamore mediatico che ha già invaso i social con giudizi spesso ingenerosi.